Condannato per furto ed espulso rientra in Italia con falso nome
Il passaporto albanese era autentico, rilasciato pochi mesi fa. La patente di guida no: il poliziotto del nucleo prevenzione crimine di Milano, con un passato nella polstrada, si è subito reso conto che si trattava di un falso. Da un controllo ad una macchina sospetta nella zona di Trento sud è scattato l’arresto. In cella è finito un trentenne albanese, che guidava un’auto con targa italiana su cui viaggiavano altri due giovani, pure loro originari dell’Albania.
Si tratta di tre uomini già noti alle forze dell’ordine, come verificato dagli agenti: nel loro recente passato si sono resi protagonisti di diversi furti in Lombardia. Il trentenne alla guida dell’auto, in particolare, era stato allontanato dal territorio italiano per decisione del giudice di sorveglianza e non avrebbe dovuto più fare ritorno fino al 2026. Il giovane era infatti stato condannato nel 2013 per reati contro il patrimonio ad un anno e quattro mesi e espulso dal territorio nazionale nel 2016 come misura alternativa alla residua pena detentiva. Per lasciare il suo Paese d’origine e tornare in Italia il trentenne sarebbe dunque riuscito a procurarsi un passaporto nuovo con un nome differente da quello conosciuto alle autorità italiane.
Il controllo è avvenuto verso le 20 di mercoledì nei pressi del bar «Il Marinaio». Sono state alcune persone a segnalare che nella zona circolava un’auto sospetta con tre persone a bordo. Gli agenti del nucleo prevenzione crimine hanno subito fermato la macchina. È sul conducente - trovato con la patente palesemente contraffatta - che si sono concentrate le attenzioni. Attraverso il controllo delle impronte digitali, effettuato in questura, è stato possibile risalire al nome con cui il giovane era conosciuto in Italia all’epoca della condanna, emessa nel 2013 dal tribunale di Lecco. Il giovane non avrebbe dovuto trovarsi in Italia: ora dovrà scontare nel nostro Paese l’anno e quattro mesi per i furti commessi in passato più la condanna che deciderà il giudice del tribunale di Trento per violazione della normativa in materia di immigrazione. L’udienza di ieri è stata rinviata per i termini a difesa. Nel frattempo il trentenne, che deve anche rispondere di falso per il documento contraffatto, rimarrà nel carcere di Spini.
Gli altri due «compagni di viaggio» dell’arrestato sono stati controllati e poi rilasciati. L’auto su cui viaggiavano è intestata ad un prestanome.