Da Centochiavi a Ponte Alto in bici Il progetto per collegare Trento alla Valsugana
Del progetto trapela poco, per non dire nulla, dagli uffici della Provincia. Se non che il percorso di nuova ciclabile Ponte Alto-Centochiavi, spiega l'ingegner Mario Monaco , dirigente del Servizio opere stradali e ferroviarie, sarebbe lungo 3,6 chilometri. Quando fu progettata la realizzazione della galleria di Martignano, non decenni fa come per la galleria del Bus del Vela, il problema di un collegamento ciclabile tra la città e la collina Est, non si pose. Ed in ogni caso nulla si fece. Invero, esiste una delibera del 2008 («Primo aggiornamento dell'individuazione dei percorsi ciclabili di interesse provinciale», assessora Marta Dalmaso) che per il tratto Trento-Borgo individua il tracciato che dalla rotatoria di San Donà, lungo la forra di Ponte Alto, si raccorda all'Alta Valsugana. Quella «filosofia» per le due ruote, pur con i tempi lunghi della crisi e della mancanza di risorse, ha dato frutti: l'inizio dei lavori della tratta Ponte Alto - Crozi è previsto entro il 2018.
Il problema, irrisolto, è però a valle: come raccordarsi con il centro città? Da qui si origina il progetto di pista ciclopedonale Ponte Alto-Centochiavi, predisposto dal Servizio opere stradali e ferroviarie della Provincia. Il progetto è già stato sottoposto alla Conferenza dei servizi. Ma, viste le perplessità che sta suscitando (vedi altro servizio in pagina, ndr) , alla ripresa dell'attività amministrativa, in settembre, i tecnici provinciali saranno invitati ad illustrare i dettagli progettuali della Ponte Alto-Centochiavi nelle competenti commissioni del Consiglio comunale di Trento. Nel frattempo, nei giorni scorsi, il dirigente del Servizio strade della Provincia, Silvio Zanetti , ha dato il via libera alla regolarizzazione catastale-tavolare di alcune particelle fondiarie ed edificiali, occupate da più di vent'anni dalla ex Statale 47 delle Laste, «ai fini dell'esecuzione dell'opera C-58 - Pista ciclopedonale Valsugana: Tratta Ponte Alto-Centochiavi».
Non sono molte le alternative per superare il problema del dislivello e garantire un'agevole pedabilità, se si vogliono evitare le pontare della Spalliera e della Cervara. Non resta che partire da nord, allontanandosi però dal centro cittadino. I progettisti, da quanto filtra, hanno scelto Piazzina, in zona Solteri, per il raccordo con il fondovalle. Percorrendo il primo tratto tra le case di abitazione, il tracciato ricalca quello del sentiero del «Mesotrekking», corre sopra le case di Centochiavi e sbuca sull'ex Statale 47 delle Laste, poco a valle del distributore Delta Energy, dopo avere incrociato il sentiero che sale da Melta. Uno sbocco poco a monte dell'imbocco della galleria di Martignano, nel punto dove la carreggiata è più stretta. Di qui, superando il distributore, passando davanti al Mas dei Chini e incrociando via don Umberto Pessina, il percorso prosegue in leggera salita, protetto da una barriera jersey. Superato il viadotto di Martignano e l'incrocio di via alle Coste, arriva in zona Laste dove, per evitare i 200 metri di galleria, devia su via degli Olivi e raggiunge agevolmente, in tratto pianeggiante, via delle Laste, all'incrocio con il santuario. Qui, dove la carreggiata è particolarmente stretta, c'è il tratto più in salita dell'intero percorso: non lungo, ma impegnativo. Lo sbocco è verso il ristorante pizzeria «4 Stagioni» da dove raggiungere la rotatoria di Cognola sull'ex Statale 47 e proseguire lungo via Bassano.
Due i nodi da superare, a questo punto: il superamento del viadotto di San Donà, del quale si ipotizza un allargamento; e l'impossibilità di bypassare la galleria di 260 metri di Ponte Alto, come fatto per la precedente galleria delle Laste. Come superare l'ostacolo? Utilizzando il tratto pianeggiante in galleria, perché ci sarebbe lo spazio sufficiente per farvi passare i ciclisti. Ovviamente con tutte le garanzie del caso, a partire da un livello di illuminazione adeguato. All'uscita dei 260 metri, il raccordo con il nuovo percorso ciclabile che si stacca da Ponte Alto per collegare la città a Pergine.
Sarà questa, la Centochiavi-Ponte Alto, la soluzione definitiva per collegare in via definitiva Trento alla Valsugana? Oppure, viste le critiche che ha sollevato ancora prima di essere presentato ufficialmente, il progetto sarà rimesso in un cassetto?