«Nessuna presenza di legionella nell'acquedotto di Andalo»
Gli esami sulla rete idrica «scagionano» l’acquedotto per i casi di legionella. In una nota, l’Azieda provinciale per i servizi sanitari, evidenzia infatti che non c’è nessuna presenza di legionella nell’acqua dell’acquedotto pubblico del Comune di Andalo.
Sono questi gli esiti delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati nel corso dei controlli effettuati in seguito alla segnalazione dei casi di legionellosi del mese scorso, che avevano portato a due decessi e a nove casi di persone che dal batterio sono poi guarite. Proprio il fatto che i casi si fossero verificati in strutture diverse aveva fatto scattare le verifiche sull’acquedotto pubblico, dove invece la legionella non è stata trovata.
A questo punto, resta da capire come sia stato contratto il batterio dai malati o dai due anziani turisti deceduti. Sulla vicenda la procura ha aperto un’inchiesta: l’ipotesi di reato, al momento senza persone indagate, è di «adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari». Un reato che punisce «chiunque corrompe o adultera acque o sostanze destinate all’alimentazione». L’indagine, coordinata dal pm Marco Gallina, è affidata ai carabinieri del Nas, che stanno raccogliendo la documentazione necessaria per ricostruire l’accaduto e verificare se possano esservi responsabilità.
Oltre ai prelievi fatti sulla rete pubblica, sono stati ovviamente raccolti dei campiono di acqua anche effettuati presso le strutture ricettive in cui si sono verificati i casi di legionella. Di prassi, quando si verificano casi di legionella, l’Azienda procede con le analisi. Nella maggior parte delle attività in cui alloggiavano persone che hanno contratto il batterio sarebbe stata riscontrata la presenza di legionelle nelle tubature dove circola l’acqua calda. Un dato che ora è nelle mani degli inquirenti, chiamati a stabilire se possano esserci responsabilità, ma anche se sia possibile determinare un rapporto causale rispetto a quanto successo. Nel frattempo va detto che tutte le strutture interessate hanno già provveduto a mettere in atto le azioni di pulizia e sanificazione indicate per eliminare ogni rischio.
L’esito degli esami condotti dall’Azienda sanitaria sulla rete idrica non possono che fare piacere al primo cittadino di Andalo, Alberto Perli, che da subito si è attivato, chiedendo un supplemento di indagine: «È un risultato molto positivo - dice - lo stavamo aspettando. Avevamo chiesto subito di fare degli accertamenti, anche se non avevamo dubbi sulle nostre analisi, ma era giusto eliminare ogni possibile sospetto ed avere una conferma». La vicenda, inutile dirlo, aveva creato timori e preoccupazioni, sia tra la popolazione che tra i turisti. Per questo, proprio su richiesta del primo cittadino, è stato promosso un incontro per martedì prossimo con la popolazione (ore 20.30, nella sala cinema di Andalo), con la collaborazione del personale medico e tecnico del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda. Una serata che ha lo scopo di informare la cittadinanza sulla malattia e sulle misure di prevenzione utili a ridurre il rischio. «Ma anche per evitare confusione ed allarmismi», sottolinea il sindaco. Nello stesso giorno è inoltre previsto un incontro con i gestori di strutture ricettive sulle misure da adottare per abbassare il rischio di malattia nelle strutture turistiche. Le principali misure di prevenzione per prevenire il prolificare del batterio, ricorda viale Verona, sono quelle di tenere la temperatura dell’acqua in caldaia almeno tra i 60 e 70 °C; far scorrere a inizio giornata l’acqua calda non miscelata per almeno 2-3 minuti, in particolare nel caso in cui l’impianto sia rimasto inutilizzato per molti giorni; accertarsi che la temperatura dell’acqua calda in uscita dal rubinetto sia tra i 50 e 60 °C; mantenere puliti e liberi da incrostazioni i terminali delle docce e dei rubinetti.