Nubifragi, morti mamma e figlio disperso il fratellino di 2 anni
Una madre 30enne ed il suo bambino di 7 anni sono stati travolti ed uccisi dalla piena di un torrente
Violenti temporali, spesso vere e proprie «bombe d’acqua», colpiscono le regioni del sud, fanno danni ingenti e, in Calabria, mietono vittime.
Una madre 30enne ed il suo bambino di 7 anni sono stati travolti ed uccisi dalla piena di un torrente nel lametino, mentre l’altro figlioletto della donna, di 2 anni, risulta ancora disperso.
Stefania Signore, 30enne di Gizzeria, giovedì sera è andata a prendere i figli di 7 e 2 anni dai nonni, a Curinga, paese natale del marito Angelo Frijia. Aveva appena finito il suo turno di lavoro in un call center e tornava a casa, a Gizzeria. Nel viaggio la donna è stata sorpresa da un violento acquazzone che ha fatto esondare alcuni torrenti tra San Pietro Lametino e San Pietro a Maida. L’acqua ha investito l’auto sulla quale viaggiava iniziando a sommergerla.
Probabilmente presa dal panico, la donna è scesa dalla vettura insieme ai figli e si è allontanata a piedi, forse in cerca di una collinetta sulla quale trovare rifugio, ma è stata travolta dalla forza delle acque.
Le ricerche da parte dei vigili del fuoco e del soccorso alpino sono subito cominciate, dopo il ritrovamento della vettura, un’Alfa Romeo Mito, ferma con le quattro frecce accese e vuota, e dopo una drammatica telefonata di allarme del marito. Ma solo ieri i vigili hanno individuato i corpi della donna e del figlio grande, riversi in un torrente, ad una cinquantina di metri l’uno dall’altro. È in quella stessa zona che adesso sono concentrate le ricerche dell’altro figlio. Ricerche che andranno avanti tutta la notte, condizioni meteo permettendo. Anche se col passare delle ore le speranze di trovarlo vivo si riducono sempre più.
La morte di Stefania e del figlio e la scomparsa dell’altro bimbo hanno rappresentato il momento più drammatico di una giornata - e della nottata precedente - che ha messo in ginocchio la Calabria, specie quella della fascia centrale, tra le province di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, per la quantità impressionante di acqua caduta in poche ore: 300 millilitri - quanta ne cade normalmente in 3 mesi - in sei ore.
Persone che hanno cercato scampo sui tetti, decine di automobilisti soccorsi dopo essere rimasti fermi tra acqua e fango, decine di evacuati per rischio di esondazioni o di frane,un ponte sulla strada provinciale 19 a Curinga, crollato. E poi strade impraticabili in gran parte della regione. Una situazione drammatica che ha spinto il governatore Mario Oliverio ad annunciare l’immediata richiesta al presidente del Consiglio Conte - che ha seguito per tutta la giornata l’evoluzione della situazione - della dichiarazione dello stato di calamità naturale. Il vicepremier Luigi Di Maio ha manifestato vicinanza alle vittime ed alla Calabria annunciando che l’esecutivo si metterà al lavoro e cercherà di «recuperare 15 anni di ritardo in qualche anno» in materia di investimenti per cercare di evitare il ripetersi di morti per maltempo.
«Nel 2018 non possiamo più permetterci che delle persone muoiano per colpa del cattivo tempo, è una cosa che non si può accettera. In questo momento mando un pensiero a tutti i calabresi colpiti da questo tremendo nubifragio e una preghiera», ha dichiarato l’altro vicepremier Matteo Salvini.