Piero Angela «professore» all'Università di Trento
«C’è una corsa tra la capacità di gestire la conoscenza e l’avanzamento della tecnologia: dobbiamo avere una cultura capace di stare al passo. Lo scopo di queste lezioni è dire che il futuro non si può sapere, ma ci sono delle tendenze che mostrano dove stiamo andando»: così lo scrittore e giornalista Piero Angela ha presentato in collegamento da Torino il ciclo di lezioni in programma da oggi a Trento - dopo un avvio l’anno scorso a Torino e questo anche a Roma - per studenti delle scuole superiori e dell’università, dal titolo ‘Costruire il futurò, promosso dalla Fbk (Fondazione Bruno Kessler), centro di ricerca trentino, e dall’Università di Trento, per cui erano presenti rispettivamente il presidente, Francesco Profumo, e il rettore, Paolo Collini.
«Abbiamo bisogno - haa ggiunto - di un’informazione più ricca. Internet c’è, ma come lo stiamo usando? Per migliorare la qualità della vita dei cittadini? L’emotività finisce per mangiarsi l’informazione, così come la cultura, che ne sono succubi». Quanto agli studi, ha evidenziato poi come sia «finito il mondo in cui si arrivava alla laurea a stop, si era a posto per tutta la vita. Serve la capacità di essere flessibili - ha detto - e il nostro Paese e pieno di intelligenze, ma manca quella di sistema, cioè la capacità di valorizzarle».
Un appuntamento «a cui forse oggi Antonio Megalizzi sarebbe venuto, perchè era un giovane che lavorava al futuro» ha sottolineato Profumo, ricordando lo studente morto in seguito a un attentato terroristico a Strasburgo dello scorso 11 dicembre.
«Uno di quei giovani che raccontiamo troppo poco - ha aggiunto il rettore, con grandi valori, anche per la società».
Gli studenti che a Trento seguiranno le lezioni sono 300 «e finora ne abbiamo coinvolti 1.200, contando il nuovo ciclo che inizierà a Torino - ha spiegato Piero Angela - e sono motivati, saranno la futura classe dirigente, ma c’è anche lo streaming, poi saranno lezioni disponibili on demand, quindi è un patrimonio che non si esaurisce. Questi giovani si conosceranno fra loro e a loro volta potranno essere dei moltiplicatori».
Il compito di fare lezione «perchè io sono bloccato a Torino per dei problemi a un ginocchio - ha annuncia Angela - andrà a Piero Bianucci», che ha sottolineato come questi cicli di lezione stiano creando «una comunità sensibile, consapevole del problema da affrontare». Sostanzialmente quello di «imparare ad imparare». Il punto però è anche il metodo, secondo Piero Angela, che con questo nuovo format intende evidenziare come «l’informazione deve essere attraente. La peggior nemica delle cultura è la noia: deve venire appetito, curiosità. Non solo gli studenti imparano con queste lezioni, ma anch’io».