Sport invernali: in regione metà degli incidenti italiani
La qualità sempre maggiore dei materiali, la tecnica di sciata introdotta dal carving (gli sci sciancrati e più larghi, diffusi sul mercato una quindicina di anni fa), le piste più veloci (in media 70 km/h) e più performanti, ma anche più affollate, hanno portato a un incremento e soprattutto un cambiamento negli infortuni sugli sci. Non solo sci alpino. Ci si infortuna anche con lo snowboard, con gli sci di fondo, con slitte, motoslitte, facendo scialpinismo, con salto e free style. A Riva del Garda due giorni di riflessioni, studio, presentazione di casi pratici.
Con centocinquanta medici, radiologi e ortopedici, provenienti da tutta Italia. Uno dei coordinatori scientifici del congresso medico «La traumatologia dell'arto inferiore negli sport invernali» è Sabino Della Sala , direttore dell'Unità operativa di Radiologia degli ospedali di Rovereto ed Arco: «Abbiamo fortemente voluto questo simposio medico per mettere a confronto e far dialogare radiologi e ortopedici. È la prima volta che si organizza un evento scientifico di questo tipo». Lo ha organizzato la Sirm, la Società italiana di radiologia medica, sezione muscolo-scheletrica. «Per noi radiologi è fondamentale capire le curve di apprendimento dei colleghi ortopedici, per sapere cosa indagare meglio in sede di esame radiodiagnostico. Ci ha fatto piacere vedere l'altissima partecipazione da tutta Italia, sebbene la casistica dei traumi da sport invernali sia essenzialmente concentrata nella nostra regione e poche altre aree dell'arco alpino».
I dati sono inequivocabili e li sottolinea il dottor Fabrizio Cortese , direttore dell'U.O. di Ortopedia degli ospedali di Rovereto e Arco: «In Italia si registrano ogni anno 35.000 incidenti negli sport invernali. 18.000 di questi avvengono in Trentino-Alto Adige. La ricaduta sono circa ottomila accessi al pronto soccorso e 800 ricoveri annui, nel periodo tra l'Immacolata e Pasqua, negli ospedali di Trento, Rovereto, Arco, Tione, Cavalese, Cles. Soprattutto Cavalese, per l'ampiezza del bacino turistico montano che rappresenta, è sottoposto a una notevole pressione». Si registrano quattro incidenti ogni mille ore di sci. «Il 25% dei traumi riguarda il ginocchio ? prosegue il dottor Cortese ? mentre la gamba, tra ginocchio e caviglia, è interessata dal 20% degli infortuni. La caviglia è colpita solo nel 10% dei casi, grazie agli scarponi da sci sempre più alti e avvolgenti. Ma di conseguenza ne risente la parte superiore dell'arto. Le fratture articolari sono oggi molto più frequenti e gravi. Negli ultimi vent'anni sono triplicate le lesioni legamentose da sci, mentre sono quintuplicate le fratture da piatto tibiale». Ma ci sono anche i problemi all'anca, le fratture del bacino e del femore. «Nello sci nordico ? aggiunge il radiologo Della Sala ? sono prevalenti le fratture da stress, come nella corsa. In radiologia le immagini sono sempre più nitide e le tecniche sono fondamentalmente la radiografia, la tac e la risonanza magnetica. Oggi vale la pena ricorrere più di frequente alla tac per evidenziare eventuali lesioni capsulo-legamentose, invisibili altrimenti». Per il sistema sanitario trentino ? radiologia e ortopedia in particolare ? l'inverno è dunque un periodo di «altissima stagione». Gli ospedali di Trento e Rovereto hanno la guardia ortopedica in servizio dalle 8 alle 20. A Cavalese, Cles e Tione su reperibilità. La radiologia è attiva a Trento e Rovereto 24 ore su 24. Negli ospedali di valle dalle 8 alle 20. Di notte si ricorre alla teleradiografia e telerefertazione.