Tradita dal fidanzato molesta la rivale sui social
Due donne rivali, entrambe libere professioniste trentenni, che si contendono un uomo: sono loro le protagoniste - una vittima e l’altra indagata - di un caso di cyberstalking di cui si è occupata la polizia postale negli ultimi mesi.
Prima i pedinamenti, poi gli insulti e le minacce via web contro la «nemica» che le ha portato via il fidanzato. Ad ordire il piano è stata la donna tradita. Sperava evidentemente che la sua storia d’amore fosse a lieto fine, credeva che il legame con il fidanzato fosse solido. Invece la coppia è scoppiata. Colpa di un’altra donna, a cui l’ex fidanzato - che per un certo periodo avrebbe tenuto il piede in due scarpe - si è subito legato.
La trentenne tradita nel cuore e nell’orgoglio se l’è presa prima con l’uomo, poi con la sua nuova compagna. La rivale è dunque diventata un suo pensiero fisso: inizialmente l’ha seguita per strada, controllando le sue abitudini e gli appuntamenti della giornata, poi ha iniziato a tenerla d’occhio sui social, a verificare tutto ciò che pubblicava sul web. Le molestie «tradizionali» si sono trasfomare in cyberstalking, ossia atti persecutori attraverso internet, con un’escalation di cattiverie pubblicate su social attraverso centinaia di post. È soprattutto attraverso Facebook che la donna tradita sfogava la sua rabbia e la sua frustrazione: come hanno scoperto gli investigatori della polizia postale di Trento, avrebbe creato parecchi profili fasulli per colpire la rivale, commentando i suoi post in maniera feroce, pubblicando insulti e frasi diffamatorie. Agendo sotto mentite spoglie pensava di poter agire indisturbata e, con i suoi interventi sul web sempre più cattivi, era evidentemente riuscita nel suo intento, ossia rendere l’esistenza della rivale un inferno: era stata la stessa donna vittima di cyberstalking a raccontare alla polizia la situazione di disagio e di paura che stava vivendo, per colpa degli attacchi che quotidianamente subiva attraverso i post pubblicati sulle sue pagine social da profili a lei sconosciuti.
Gli investigatori della polizia postale hanno scoperto che era una sola persona a gestire gli account falsi da cui partivano gli insulti: la trentenne tradita. Per lei scatta ora l’accusa di cyberstalking. L’aver amato lo stesso uomo ha avuto un prezzo alto per entrambe le donne: alla molestatrice una denuncia penale, alla vittima l’incubo di doversi sempre guardare alle spalle, in strada come nel mondo del web.
Ma ci sono anche uomini che vengono agganciati attraverso la «rete» grazie ai finti profili di belle ragazze, diventando vittime di sextortion, ossia di estorsione sessuale. Come è successo ad un cinquantenne sposato che ha avuto la leggerezza di acconsentire via Facebook alla richiesta di amicizia di un’avvenente ragazza (mai conosciuta di persona e forse mai realmente esistita), di spogliarsi davanti alla videocamera.
Dietro al profilo social della bella giovane c’era una banda criminale che agisce in tutto il mondo: viene chiesta l’amicizia per poter accedere ai contatti del profilo e, dopo aver mandato foto e video sexy, si chiede all’interlocutore di fare altrettanto. È così che il cinquantenne trentino si è spogliato davanti alla webcam. Non appena le immagini sono arrivate via social alla finta amica, all’uomo è giunto il messaggio che non avrebbe mai voluto leggere: il suo filmato osé sarebbe stato divulgato a tutti i suoi contatti se non avesse pagato alcune migliaia di euro. Un vero e proprio ricatto. L’uomo ha versato il denaro e poi si è rivolto alla polizia postale per denunciare l’accaduto.