La rivincita di Vanessa Un'edicolante «speciale»
Vanessa ha 22 anni ed è nata con la sindrome di Kabuki, una malattia rarissima che le è stata diagnosticata quando aveva un anno e che la porta ad avere un’invalidità dell’85%. Ha problemi di vista, nel parlare e qualche limitazione fisica, ma questo non le ha impedito di studiare e cercare con ogni forza di costruirsi un futuro. Da qualche mese, dopo anni di sacrifici, per lei è arrivato il momento della rivincita. Grazie ad un somma di denaro che le è stata lasciata dal nonno paterno, la famiglia ha acquistato l’edicola di via Grazioli e ora la ragazza lavora tra giornali, riviste, sigarette e bolli insieme a papà Stefano. «Mi piace tantissimo questo lavoro», dice Vanessa emozionata ma nello stesso tempo entusiasta.
Il desiderio di raccontare la sua storia è legato alla volontà di far sapere, a chi come lei è nato con qualche disabilità, che nonostante le tante difficoltà è possibile farcela.
Vanessa, pur avendo una malattia molto grave che le è stata diagnosticata grazie ad un’intuizione del dottor Dario Piccoli, per anni suo pediatra, nella sfortuna è stata relativamente fortunata perché alcuni dei sintomi solitamente legati a questa sindrome in lei non si sono manifestati e per questo può vivere una vita normale. È autonoma negli spostamenti ed è in grado di gestire i suoi interessi. «Ha molti amici - testimonia la mamma - e adesso che lavora nell’edicola è benvoluta dai clienti».
«Era iscritta all’ufficio del lavoro da cinque anni nella lista per i posti per persone disabili ma nessuno l’ha mai chiamata, nemmeno per una prova», dicono rammaricati i genitori. Eppure Vanessa con le persone ci sa fare.
Alle scuole medie i professori l’avevano coinvolta in un progetto per gestire un piccolo bar interno alla scuola. Alle scuole Barelli di Rovereto è riuscita a conseguire la maturità. Si è fatta apprezzare quando è andata a dare una mano ad amici in un panificio o in una fioreria. Quando si è trattato di trovare un lavoro vero, però, la sindrome è stata un ostacolo.
«Due anni fa ho frequentato un corso per segretaria organizzato dalla Provincia. Insieme a me c’erano altre nove persone, tutte con una disabilità. Nessuna di loro è riuscita fino ad ora a trovare un posto di lavoro», dice amareggiata la ragazza. «Fino a quando è stata insegnata loro la teoria è stato utile - confermano i genitori - ma quando è stato il momento di effettuare il tirocinio pratico è stato un fallimento. Vanessa ha lavorato in un vivaio ma qui non le hanno mai insegnato molto del lavoro d’ufficio ed è rimasta poco a contatto con il pubblico.
Si doveva limitare a pulire le piante e invece qui in edicola si è dimostrata capace di lavorare con le bolle di carico e scarico, contabilizzare ogni sera i resi e anche lavorare a contatto con i clienti».
Stefano Fantazzini e la figlia Vanessa hanno rilevato l’attività da Patrizio Pasquali e da ottobre ogni mattina alle 6 e 30 fino alla sera alle 19 e 30 sono dietro al bancone al servizio dei clienti. Vanessa si mostra gentile, scrupolosa nel sistemare la merce sugli scaffali, desiderosa di fare bene. «Io prima lavoravo come funzionario per Sky, poi ho fatto l’agente di commercio, ma ad un certo punto ho deciso di lasciare tutto per questo progetto che vede coinvolti me e mia figlia. Quello che dispiace, dall’esperienza che abbiamo avuto, è che non si faccia molto per insegnare qualcosa a questi ragazzi e men che meno si cerchi inserirli nel mondo del lavoro. La legge lo prevede, ma nella pratica questo non accade».
Tra le passioni di Vanessa c’è anche la cucina. Un anno fa avrebbe dovuto iniziare un corso per lavorare dietro ai fornelli, ma anche in questo caso è stata sfortunata perché il corso non è mai partito. «Sono contenta adesso di stare qui, di poter lavorare. Mi piace il contatto con le persone, mi piace quello che faccio e spero che anche le altre persone che hanno fatto il corso con me possano trovare presto un’opportunità di lavoro».