Si finge assistente domiciliare per truffare un anziano Un parente sventa il «colpo»
Ha tenuto d’occhio la casa, ha visto che tutti i giorni gli operatori della cooperativa arrivano per prestare assistenza domiciliare ad una persona, e ha pianificato il «colpo». La malintenzionata ha dunque provato ad anticipare l’addetto, suonando il campanello e presentandosi come la nuova assistente. La porta si è aperta ed è riuscita ad intrufolarsi in casa. La truffa ai danni di un anziano che vive a Trento sud è stata sventata grazie ad un parente che si è insospettito della situazione. Pochi minuti dopo allo stesso campanello ha suonato una seconda donna, probabilmente complice della prima, ma a quel punto era tutto chiaro: le sconosciute stavano tentando un furto. Dell’episodio sono stati immediatamente avvisati sia i responsabili della cooperativa Sad che il Comune di Trento.
L’episodio è accaduto qualche giorno fa e, fortunatamente, non ci sono state conseguenze per l’anziano. La sconosciuta si è presentata a casa dell’uomo al mattino. Al citofono ha spiegato di essere la nuova assistente domiciliare della cooperativa Sad e, quando è entrata nell’abitazione, ha salutato l’uomo chiamandolo per nome. Nome che avrebbe letto sul campanello, mentre sarebbero bastati alcuni giorni di appostamenti in zona per sapere che l’anziano riceve visite quotidiane del personale di quella cooperativa.
Ma l’uomo in quel momento non era solo: a fargli compagnia c’era un parente che si è subito insospettito vedendo quella sconosciuta «dall’aspetto trasandato», come ha riferito alla cooperativa, presentarsi nell’abitazione ad un orario che non era quello previsto per l’assistenza. La stessa donna, in difficoltà perché calcolava che l’anziano fosse solo, ha capito che il «piano» non sarebbe mai potuto andare a segno. Quindi se ne è andata senza fare storie quando il parente dell’anziano ha iniziato ad insospettirsi. Uscita di scena la finta assistente domiciliare, il campanello ha nuovamente suonato: era un’altra sconosciuta, probabilmente la complice, che chiedeva di entrare. Ovviamente il parente dell’uomo non ha aperto, ma ha segnalato tutto alla cooperativa Sad.
Le truffatrici sarebbero dunque due. Come accaduto in casi precedenti, la prima sconosciuta ha il compito di farsi aprire la porta dalla vittima, mentre la seconda arriva qualche minuto dopo: mentre una tiene occupata la vittima in una stanza, l’altra con una banale scusa (ad esempio chiedendo di andare in bagno o di prendere un bicchiere d’acqua) riesce a intrufolarsi nelle altre stanze alla ricerca di soldi e gioielli.
Il Servizio attività sociali del Comune di Trento spiega che la società cooperativa sociale Sad gestisce per conto dell’amministrazione il servizio di assistenza domiciliare ricordando che «gli operatori che prestano il proprio servizio a domicilio devono sempre qualificarsi, esibendo a richiesta l’apposita tessera di riconoscimento». «Per evitare spiacevoli equivoci ed ingressi di persone non autorizzate al domicilio degli utenti - viene sottolineato - la Sad provvede ad avvisare preventivamente dell’arrivo dell’operatore, specificandone le generalità.
Nei frequenti casi di assistenza prolungata, gli operatori che svolgono il servizio sono poi spesso gli stessi e quindi stabiliscono un rapporto di conoscenza diretta con gli assistiti».
«I nostri operatori - aggiungono i responsabili della Sad - oltre al tesserino di riconoscimento, portano sempre con loro uno zainetto con il nostro logo e durante l’assistenza indossano un camice».