Anarchici, giornata ad alta tensione a Trento
Oggi sarà una giornata ad alta tensione a Trento: in mattinata sono fissati gli interrogatori di garanzia dei sette anarchici arrestati martedì (sei in diverse carceri del Nord-est, mentre una donna è ai domiciliari) e si attende la reazione dei compagni, mentre alle 18 a Sociologia è organizzata un’assemblea pubblica.
L’appuntamento è stato diffuso attraverso volantini e le piattaforme web anarchiche dagli stessi compagni degli arrestati, che parlano di «linciaggio mediatico» in un messaggio intitolato «Il cuore oltre le sbarre».
«Nel placido Trentino Alto Adige - si legge - c’è una presenza anarchica trentennale. Compagne e compagni sono sempre stati presenti in ogni lotta, grande e piccola, contro lo sfruttamento, contro la devastazione del territorio, contro il razzismo di Stato. A fianco delle lotte e dei conflitti di piazza, non è mai mancata l’azione diretta notturna (nelle carte della Procura si elenca, dal 2014 ad oggi, una settantina di attacchi piccoli o grandi contro banche, caserme, ripetitori, mezzi militari, tribunali, sedi di partito). Come fare, dunque, perché la pace sociale continui a regnare sia di giorno che di notte? La ricetta è sempre quella: attribuire ad alcuni anarchici qualche azione (6 su 70…) e sostenere che tutto - dalla scritta sul muro all’attacco incendiario - è pianificato da una fantomatica associazione sovversiva con tanto di ruoli, per provare a distribuire così anni di carcere. Più in generale, far fuori i rompiscatole per passare con lo schiacciasassi su ciò che resta delle libertà».
Secondo il pensiero anarchico, la ricetta è una sola. «Come al solito, si tratta di fare tutto il contrario - si legge nel messaggio - Continuare le lotte. Non lasciare soli i compagni. Difendere pubblicamente le azioni di cui sono accusati. Rilanciare la solidarietà contro un attacco che vuole anche stritolare rapporti ed affetti».
Gli indagati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere sono sei. Luca Dolce, 32 anni, e Giulio Berdusco, 31 anni, entrambi domiciliati a Bosco di Civezzano sono detenuti a Tolmezzo (Udine). Nicola Briganti, 44 anni, residente a Rovereto, è in carcere a Verona. Andrea Parolari, 45 anni, residente a Rovereto, è recluso a Verona. Agnese Trentin, 31 anni, residente a Bosco di Civezzano, è reclusa Brescia. E a Brescia è anche Roberto Bottamedi, 28 anni, anche lui residente a Bosco di Civezzano. Infine Marie Antonia Sacha Beranek, 33 anni, residente a Rovereto, si trova ai domiciliari per motivi di salute: per lei l’interrogatorio di garanzia è lunedì. È probabile che in questa prima fase gli indagati si avvalgano della facoltà di non rispondere.