Grido d'allarme da Bassano «Il restauro del ponte è distruzione di un gioiello»
«Uno dei gioielli architettonici del Palladio, il Ponte di Bassano, simbolo di una città e luogo caro ai soldati della Prima guerra mondiale e agli alpini, che ne fecero un canto popolare, sta per essere definitivamente deturpato». Lo sostiene in una nota il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (Fdi) che ha inviato un’interrogazione sul tema al ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli.
«La struttura palladiana, di cui l’architetto parla nei “Quattro Libri dell’Architettura” - prosegue Rampelli - opera studiata in tutto il mondo, e che attira migliaia di visitatori, oggi si presenta completamente diversa. La giunta comunale, nonostante i tre milioni ricevuti dal Mibact nel 2015 per la realizzazione di opere di recupero e consolidamento, è intervenuta affermando di non poter realizzare il progetto di Andrea Palladio per perseguire un restauro conservativo. Ora invece, avendo completamente eliminato le stilate esistenti, opera una ricostruzione che avrebbe consentito di realizzare il progetto che Palladio pubblica ne “I quattro libri dell’architettura”. La ricostruzione finge di essere un restauro dell’esistente “progetto Casarotti”. Una decisione che comporta un effetto visivo, architettonico devastante: poichè invece di riprendere il progetto palladiano mostra un ponte di acciaio inox mascherato da ponte in legno».
«Siamo certi - chiede Rampelli - che il progetto dell’amministrazione comunale coincida con quello avallato dal ministero? Perchè, visto che abbiamo gli strumenti tecnologici adeguati non ripristinare il progetto originario del Palladio? Ci auguriamo - conclude - che il ministro Bonisoli sappia dare le adeguate risposte e intervenga».
Nel mezzo, due ditte trentine impegnate nel cantiere: la Inco di Pergine, e la Bordignon scavi che ha eseguito i lavori preliminari nel greto del fiume. Ma che ovviamente non c’entrano niente con il progetto che sono chiamate ad eseguire.