Ciclista cade per una buca Il Comune condannato a pagare
Quanto a buche per le strade Trento certo non è Roma, ma le insidie, soprattutto per pedoni e ciclisti, non mancano. In caso di caduta rovinosa a terra a causa dell’asfalto danneggiato ottenere un risarcimento dal Comune non è impresa facile. Oltre a dimostrare la presenza di un danno e l’esistenza della buca, occorre provare che questa rappresentava una «insidia non evitabile» per lo sfortunato ciclista essendo al contempo pericolosa e anche non visibile.
In pratica per essere risarciti bisogna cadere nella buca giuridicamente “perfetta”. Se è grande e profonda sarà certamente pericolosa, ma il ciclista doveva accorgersi dell’insidia e schivarla per tempo (quindi niente risarcimento); se invece la buca è piccola sarà difficile da notare ma non sarà anche abbastanza pericolosa (cioè se caschi è colpa tua).
Lo ha sperimentato un ciclista di Trento caduto in una buca di tutto rispetto, ma non giuridicamente “perfetta” in termini risarcitori. A conclusione del contenzioso civile, il Comune è stato sì condannato a risarcire al ciclista finito a terra per un buco nell’asfalto 3.965 euro, ma con decurtazione del 40% a titolo di concorso di colpa. Questo perché dall’istruttoria non è emerso che il ciclista «fosse - si legge in sentenza - adeguatamente intento alla guida». Forse non scrutava con sufficiente attenzione davanti a sé a caccia di voragini sospette o forse spingeva troppo sui pedali come sosteneva il Comune.
L’incidente risale al 25 giugno del 2016. Il ciclista, a bordo di una bici da corsa, saliva da via Vicenza diretto verso la Bolghera. Subito dopo aver svoltato a destra in via Nicolodi, finiva per terra. Pare che la ruota anteriore della bici si sia incastrata in un buco nell’asfalto facendo cadere a terra il ciclista. Di certo le conseguenze sono state pesanti: lesioni al polso e al gomito, escoriazioni multiple con prognosi di una ventina di giorni. A questo si aggiungevano i danni della bicicletta da corsa, una Scott Plasma Team: per la riparazione servivano 770 euro.
Il ciclista, assistito dall’avvocato Matteo Pallanch, ha poi citato in giudizio il Comune di Trento chiedendo il risarcimento di tutti i danni. L’infortunato, prima di andare a farsi medicare, aveva avuto la prontezza di scattare qualche foto della buca in cui era caduto, fonte di prova essenziale nel successivo giudizio. Inoltre l’attore aveva trovato un testimone che aveva assistito in diretta al “volo” del ciclista. Il Comune invece ha respinto la richiesta risarcitoria replicando che il ciclista andava a velocità eccessiva e che la buca (nel frattempo prontamente eliminata) era stata fotografata a distanza ravvicinata così da apparire più grande di quanto non fosse in realtà.
Di buca comunque si trattava, di dimensioni e fattezze tali - ha scritto il giudice Antonio Orpello in sentenza - da rappresentare un ostacolo «non prevedibile ed inevitabile da parte di un utente medio».