Eurotunnel: scontro al vertice 75 milioni di costi extra
Che sforare i limiti di un appalto sia una prassi made in Italy non fa notizia. Che la prassi si replichi oltre Brennero, in Austria, lo è già di più. Se poi, sulla vicenda, si profila uno scontro ai massimi livelli, al vertice di Bbt se, la società europea Galleria di base del Brennero (Bennerbasistunnel) tra Italia e Austria, la notizia è destinata a deflagare, assumendo una rilevanza, oltre che tecnico-giuridico-finanziaria, anche politica.
Se ci sarà una fine, e se questa fine porterà al sacrifico di qualche testa, lo diranno gli sviluppo futuri. Di certo, serve un chiarimento tra i due amminstratori, l’ingegner Raffaele Zurlo, per la parte italiana, e il professor ingegner Konrad Bergmeister, per la parte austriaca, che se le suonano di santa ragione, a colpi di report che investono il consiglio di sorvegliaza di Bbt. La società europea ha un sistema di gestione dualistico, con due organi sociali: il consiglio di sorveglianza, in cui siedono i soci (vedi scheda in alto), tra cui la Provincia di Trento, presieduto dal professor Lamberto Cardia, già presidente di Consob e Ferrovie dello Stato; il consiglio di gestione, formato dai due amministratori (nominati dallo stesso consiglio di sorveglianza), Zurlo e Bergmeister. Zurlo, già in Italferr (società di ingegneria delle Ferrovie dello Stato, è amministratore dal 2010, succeduto all’ingegner Ezio Facchin, fino al dicembre scorso Commissario governativo del Corridoio del Brennero tra Verona e Fortezza, dimessosi per contrasti con il ministro Toninelli e mai sostituito. Bergmeister, già direttore tecnico di Autostrada del Brennero spa (dove nelle scorse settimane si era ipotizzato un suo ritorno come presidente) è amministratore di Bbt dal 2006.
L’avvio dei lavori della realizzazione del tunnel di 64 km, il più lungo al mondo, è del 2007 (il sistema di gallerie, compresi i cunicoli di servizio, sarà alla fine di 210 km, 101 già realizzati). La previsione è di ultimarlo per la fine 2028. I costi, lievitati, sono aggiornati a quota 9,6 miliardi di euro, co-finanziati dall’Europa. Sono quattro i cantieri in corso: due in Austria (lotto Pfons-Brennero da 966 milioni e Tulfes-Pfons da 380; e due in Italia (quello di Mules da 992 milioni e il sottoattraversamento dell’Isarco che ne vale 301). La vicenda che vede ai ferri corti Zurlo e Bergmeister riguarda i lavori del cantiere austriaco di Tulfes-Pons. I conti non tornano: ci sono 75 milioni di costi, rivendicati dall’ati Strabag-Salini Impregilo, che non erano previsti dal capitolato, ma sono stati autorizzati da Bergmeister.
L’ultima relazione inviata da Zurlo al consiglio di sorverglianza è datata 24 aprile 2019, contiene accuse pesanti. A proposito dell’origine delle «criticità, fra cui quelle riguardanti la richiesta di interessi moratori a carico della Bbt se», essa, scrive Zurlo, «deve ricondursi non già alla lentezza dei processi decisionali ante riforma (della governance societaria, ndr), bensì alle modalità arbitrarie con cui una parte, il Prof. Bergmeister, negli anni 2014-2017, ha inteso agire in difformità delle comuni regole di governance esistenti».
L’amministratore di parte italiana ricorda che «detto modo di procedere del management austriaco, che tanto le strutture di controllo della società quanto il sottoscritto hanno più spesso rilevato e censurato, ha dato luogo alla produzione degli interessi moratori e alla loro conseguente richiesta di riconoscimento da parte degli appaltatori cui erano state illegittimamente ordinate le prestazione extracontrattuali». Quindi rincara, scrivendo di «illegittimità delle pratiche poste in essere dal prof. Bergmeister» che «non ha mai spiegato come possa aver ordinato prestazioni in variante riguardanti il cunicolo di soccorso di Tulfes, le gallerie di interconnessione con l’esistente galleria della circonvallazione di Innsbruck, i cunicoli di evacuazione, l’edificio della futura Sottostazione Elettrica che, peraltro, non ancora contrattualizzate, non possono essere pagate all’appaltatore che le ha già eseguite». Bergmeister, a giustificazione delle scelte fatte, ha invocato l’esistenza di rilevanti ritardi nei processi decisionali riconducibili alla forma di governance duale di Bbt.
Nella relazione citata, Zurlo, ricorda che Bbt ha sede a Bolzano, ed è quindi sottoposta al diritto societario italiano, e fa altre due considerazioni. Chiede «come farà Bbt se a contrattualizzare ed a pagare le prestazioni già eseguite e del valore di oltre 75 milioni di euro?» e prefigura, in conseguenza dei «comportamenti contra legem», la «perdita di importanti quote di finanziamento comunitario, a danno dei due Paesi finanziatori (Italia ed Austria», data la impossibilità di rendicontare alla UE «prestazioni eseguite in assenza di corrispondenti, preliminari atti contrattuali».
Insomma, una bomba che deflagra al vertice di Bbt. Zurlo, interpellato, non rilascia dichiarazioni. Bergmeister è irraggiungibile. Il consiglio di sorveglianza affronterà la questione nella seduta convocata a fine mese a Vienna. Nel consiglio, dal 30 aprile, è stato nominato dalla Giunta Fugatti, per rappresentare la Provincia di Trento, l’ingegner Raffaele De Col, designato anche per il nuovo cda di Autobrennero. «Non ho ancora partecipato a sedute del consiglio» dice De Col «sto studiando gli incartamenti, di cui poi riferirò al presidente Fugatti. Altro non posso dire».