Stop alle notifiche: 4 giorni per disintossicarsi dai social
Disintossicarsi dalle dipendenze socialmediatiche. Stop a Facebook, notifiche di Whatsapp e Instagram. Quattro giorni sconnessi dal mondo per dedicarsi alle attività sportive, ambientali, artistiche e culturali, ritagliandosi una pausa dal mondo virtuale e far ritorno alla vita “reale”.
È questa la sfida di Mountain Social Media Detox, progetto inserito nei piani giovani di zona di Trento e Arcimaga con l’obiettivo di «costruire connessioni tra montagna e città in maniera moderna, e aiutare i giovani a disintossicarsi dalla digitalizzazione quotidiana per recuperare la concentrazione e l’interesse verso l’ambiente montano». Una sfida che hanno raccolto 20 studenti e giovani lavoratori trentini (18-30 anni) e 30 studenti dell’Università degli studi Milano-Bicocca, che da giovedì 29 agosto a oggi, primo settembre, presso il Centro Aerat di Candriai, hanno preso parte alla terza edizione di questo campo estivo.
«L’idea ci è nata come un istinto naturale tra i banchi dell’Università di Scienze ambientali Milano-Bicocca, ispirata dai campus di digital detox americani» raccontano i due fondatori venticinquenni direttamente dalla Malga Brigolina: Mark Miller, 25 anni di Trento referente Aps Alla Ribalta, e Giovanni Lovati, coetaneo milanese responsabile di Aisa, Associazione italiana scienze ambientali. «Quella dei social è una dipendenza internazionale: siamo sempre più iperconnessi e distratti. Oggi il valore più importante è ritrovare l’attenzione che è stata persa e concentrarsi su se stessi e il proprio tempo».
Secondo i dati Istat quasi il 95% dei ragazzi tra i 14 e 19 anni utilizza internet, mentre sono stimati in 300mila tra i 12 e 25 anni quelli con dipendenza dalla rete e social network. A farla da padrone Instagram, Facebook e Whatsapp; in coda Linkedin e Twitter. «I ragazzi che partecipano al campus sono mossi da motivazioni diverse. Non hanno disagi gravi ma semplicemente si accorgono di passare troppo tempo sui social e vogliono migliorare la loro routine digitale, vivere un’esperienza nuova e fare nuove conoscenze» precisa Mark. Per tutti loro smartphones ritirati all’inizio del campo, sveglia musicale (e non il classico controllo mattutino dello smartphone, primo gesto di 9 italiani su 10), e giornate scandite tra escursioni, studio offline e seminari sui social media e le dipendenze socialmediatiche. «Le attività includono due escursioni in montagna, una corsa campestre, un torneo di giochi tradizionali, un workshop di hebertismo, una lezione di danza locale, un’attività notturna sotto le stelle, un fuoco scout e una gara di orienteering nel centro storico di Trento, affiancata da un’attività teatrale» ha proseguito Giovanni.
«Oltre alla disintossicazione e al recupero della concentrazione e di uno studio profondo - ha ricordato Mark -, il progetto intende riconnettere il Monte Bondone con Trento e Milano, curando un bene comune inestimabile come questo piuttosto che il proprio profilo social». Per incentivare i giovani al rispetto e alla cura dell’ambiente montano, verrà svolta un’attività didattica concernente tradizioni ambientali-culturali tipiche del Monte Bondone e un’attività di pulizia e riordino di un’area boschiva-pascolare con la collaborazione di esperti forestali.
«I ragazzi a fine percorso hanno costruito intense relazioni con i loro coetanei, vissuto nuove esperienze e in molti non sentono più il bisogno del cellulare. A volte bisognerebbe solo spegnerlo e lasciarlo in un cassetto» hanno osservato in conclusione i giovani fondatori del campus. Un parere condiviso da Laura Lepera, 25 anni, di Milano, studentessa di Scienze ambientali: «Ho preso parte alle prime due edizioni, e mi sono trovata così bene da tornare anche quest’anno. Per me è un’occasione di socializzare in modo diverso: sembra scontato ma qui si parla con tutti perché nessuno è distratto dal cellulare, come avviene solitamente. Il tutto in un luogo meraviglioso, pacifico e rilassante a contatto con la natura. A Milano non hai le occasioni a che hai qui. Tornerò a casa con molte nuove riflessioni».