Aggredita e picchiata dagli spacciatori «Non ho paura, lo rifarei: sono esasperata Che rabbia non poter girare nella mia città»
«Mi sembrava che stessero rubando una bici. Poi ho visto che avevano in mano un fil di ferro e si avvicinavano a un tubo, che sporgeva dal muro. Ho fatto finta di tornare sui miei passi e ho attivato la videocamera».
Sono passate le 20.30 e la donna aggredita in vicolo Madruzzo sabato sera a Trento è stata dimessa da poco dal pronto soccorso. «Dovrò tornare lunedì al Santa Chiara per una visita dall’otorino: oltre all’ematoma ed alla tumefazione dietro all’orecchio, i medici hanno trovato altro» racconta.
La domanda è d’obbligo: non ha avuto paura? «No, nessuna paura. Vivo in zona e ogni giorno vedo che preparano le palline per lo spaccio alla luce del sole. Sono stata minacciata anche ieri (venerdì, ndr). Non ho alcun timore e rifarei tutto: sono arrivata all’esasperazione. Però non avrei mai pensato che potesse andare così, di finire in ospedale».
La donna ripercorre i momenti dell’aggressione. «Ricordo di aver acceso la telecamera e di essere tornata lì, vicino al vicolo, per riprendere i tre mentre stavano cercando qualcosa. Quello che faceva da “palo” e che era il più grosso del gruppo si è avvicinato a me e con la mano aperta mi ha dato un colpo fortissimo alla testa buttandomi a terra. Ricordo di essermi rialzata, di aver raccolto il cellulare da terra, di essere andata contro di loro e di aver detto di smetterla. C’erano altre persone vicino a me. Mi sono difesa. Ho reagito per rabbia, per la rabbia di non poter girare tranquillamente nelle mia città».