Galline stipate e asfissiate nel bagagliaio della coupé: gli agenti ne salvano 40
I volatili erano stipati nel bagagliaio di un’auto sportiva: 52 esemplari di specie diverse, chiusi in cartoni troppi piccoli senza fori di aerazione sufficientemente ampi e senza acqua. Non tutti sono riusciti a sopravvivere al viaggio. Erano stati acquistati al mattino, destinati sì a finire in padella ma non a morire di asfissia.
Gli agenti della polizia locale sono riusciti a salvarne 40, tra galline, faraone, colombe e quaglie. Undici volatili sono morti durante il trasporto, un altro è deceduto qualche ora dopo. Il conducente della macchina è accusato di maltrattamento aggravato di animali.
La scoperta shock è avvenuta venerdì pomeriggio, nei pressi di piazza Dante, quando gli agenti del nucleo civico della polizia locale di Trento hanno fermato per un controllo una coupé, insomma non il modello di macchina più adatto al trasporto di animali vivi. Dagli scatoloni in cartone trovati nel bagagliaio proveniva un forte odore. Certo gli agenti non pensavano di trovare all’interno galline, faraone, quaglie, colombe. Soffrivano e cercavano disperatamente un po’ d’aria. Sotto di loro c’erano le carcasse dei volatili morti durante il viaggio. L’automobilista, un trentenne di origini sudamericane residente in Trentino, ha spiegato di essere stato alla fiera del bestiame di Montichiari, in provincia di Brescia, e di aver acquistato i volatili per allevarli per consumo familiare senza però mostrare una ricevuta o un altro documento che testimoniasse il racconto.
Il problema tuttavia non era fiscale: in quel bagagliaio, già poco spazioso, l’uomo aveva messo i cartoni con all’interno i volatili ammassati. Le maggiori sofferenze, in quel viaggio in condizioni estreme, le hanno avute le galline: alcune sono morte per probabile asfissia.
Gli agenti del nucleo civico si sono rivolti ai veterinari dell’Azienda sanitaria, che hanno preso in consegna gli esemplari morti e si sono occupati di quelli in condizioni precarie, mentre gli altri volatili sono stati posti sotto sequestro e affidati ad un’associazione animalista. Sulle carcasse verranno effettuati accertamenti presso l’Istituto zooprofilattico di Padova. Se l’uomo fosse subito rientrato a casa (la distanza fra Brescia e Trento è di poco più di 100 chilometri) forse alcuni volatili avrebbero potuto salvarsi nonostante le condizioni estreme di trasporto. Il dubbio degli investigatori è che abbia allungato il tragitto costringendo i volatili a rimanere parecchie ore nel bagagliaio con pochissimo ossigeno, condannandoli a una lunga sofferenza.