Psicosi coronavirus: anche da noi mascherine esaurite in farmacia (a ci sono le liste d'attesa...)
Sono 8.521 i chilometri che separano Trento e Wuhan, ma anche in città la paura per l’epidemia di Coronavirus è molto forte. A dimostrarlo il fatto che le mascherine, di carta oppure professionali, stiano andando a ruba nelle farmacie trentine. Tanto da essere esaurite quasi ovunque. Che poi, in realtà, servano a poco o nulla lo spiegano sia il dottor Bruno Bizzaro, presidente dei farmacisti, sia l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero, che hanno fatto presente alla task force trentina per l’emergenza che «se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori, a scopo precauzionale, bisogna indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone» (insomma, tre “se” in una sola frase).
Nel frattempo continua a essere bloccato a Wuhan lo studente dell’Università di Trento Lorenzo Di Berardino, che frequenta Giurisprudenza ed è in Oriente da metà agosto con una borsa di studio. «Purtroppo nessuna novità - commenta da Pescara il papà, l’avvocato Giulio Cesare Augusto Di Berardino - e Lorenzo sta ancora attendendo quel benedetto aereo che lo riporti in Italia. Abbiamo sentito Farnesina e ambasciata, ma ci dicono solo che sono in attesa di autorizzazione. Io sono in contatto costante con mio figlio, che inizia a essere comprensibilmente stanco di questa situazione, soprattutto per il silenzio e l’incertezza».
Oltre a Di Berardino ci sono altri tre studenti dell’Università di Trento bloccati in Cina: uno è un ragazzo cinese e gli altri due sono italiani ma non trentini. E, restando in ambito accademico, ci sono altri 5 studenti, tutti cinesi, che nei prossimi giorni dovrebbero essere a Trento per un progetto di scambio con la Facoltà di Giurisprudenza. Usiamo il condizionale perché al momento non vi è alcuna certezza sul loro arrivo e, casomai, se sia necessario accoglierli con qualche precauzione sanitaria. L’ateneo si sta coordinando con i ministeri degli esteri, della salute e dell’università per capire come agire.
Tornando alla questione delle mascherine da indossare su naso e bocca, spiega il dottor Bizzaro: «Effettivamente nella mia farmacia fino a quattro giorni fa avevo poco meno di una decina di scatole, tra quelle semplici, ovvero il velo di carta, e quelle professionali, e oggi ho finito tutte le scorte. Ho provato a fare un ordine, ma non credo arriveranno in tempi brevi come altri farmaci: di solito la disponibilità è immediata, mentre ora c’è una lista d’attesa».
Ovvero, anche nelle altre farmacie le scorte sono terminate e in molti hanno ordinato le nuove mascherine.
«È evidente - prosegue Bizzaro - che c’è una certa fobia, a mio avviso sicuramente eccessiva, se non irrazionale. In tutta Italia ci sono forse due casi sospetti, ma non accertati. E da noi in Trentino non ci sono ambienti come metro o aeroporti che potrebbero in linea teorica favorire il contagio».
Infine una curiosità, considerato che alcuni modelli delle mascherine vengono prodotti proprio in Cina e alcuni proprio a Wuhan. «Se quelli che avevo erano cinesi? Vado a memoria ma uno mi pare fosse “made in China”, però non so in quale città fosse prodotto. Ma anche in questo caso sarebbe una pura curiosità o una coincidenza, non certo un campanello d’allarme, perché sarebbero state realizzate mesi fa e il virus dopo qualche giorno diventa “innocuo”».
Nel frattempo in Trentino prosegue il lavoro della “task force” per l’emergenza Coronavirus, istituita in seguito alle indicazioni del Ministero per la Salute: ieri si è tenuto un incontro formativo rivolto ad alcuni mediatori culturali dell’Associazione Cinese Trentino, con l’obiettivo di predisporre un numero dedicato che l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari attiverà nelle prossime ore al quale risponderanno i mediatori culturali cinesi con informazioni e dettagli per i propri concittadini.