Futura: assegno di autodeterminazione per le donne che hanno subito violenze
Una proposta di legge che ha come obiettivo garantire concretamente un supporto economico e abitativo per aiutare la donna che ha subito violenza a trovare una sistemazione autonoma, allontanandosi dunque dal contesto in cui si producono i comportamenti aggressivi nei suoi riguardi.
L'iniziativa è del gruppo consiliare provinciale di Futura ed è stata illustrata ieri mattina da Lucia Coppola e Paolo Ghezzi (nella foto). I due consiglieri hanno insistito sulla necessità che l'ente pubblico metta in atto uno strumento più incisivo per consentire alle donne che vivono questo dramma di rendersi libere e indipendenti anche dopo essere uscite dalla rete di supporto temporanea prevista oggi dalla legislazione.
«I dati trentini, riferiti al 2018, ci dicono che le denunce e gli ammonimenti hanno raggiunto il totale di 834 reati ipotizzati ma sappiamo quante siano le donne che non denunciano per una mancata rete di protezione e supporto anche dopo la fase dell’emergenza», spiegano Ghezzi e Coppola.
Il disegno di legge, che in sostanza integra le norme in vigore dal 2010 a tutela delle donne e per prevenire le violenze, stabilisce l'istituzione di un"assegno di autodeterminazione" la cui durata e entità sarebbe stabilita direttamente dalla giunta provinciale, alla quale tuttavia si potrebbe chiedere in via generale di garantire una soglia minima (per esempio 500 euro mensili) e un periodo ragionevolmente lungo (dai 12 ai 24 mesi), per consentire alle persone beneficiarie di vivere in modo meno problematico la fase di transizione verso una nuova stagione esistenziale, lasciandosi alle spalle il dramna della violenza.
«Proprio ieri - osservano i due esponenti di Futura - è stata votata una risoluzione del Parlamento europeo che mette in luce il preoccupante regresso dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere nell’Ue. Un arretramento medio dovuto principalmente ad alcuni Paesi del'Est che presentano un quadro ancora peggiore che all'ovest, dove pure i dati sono preoccupanti.
Vogliamo dare un segnale concreto e non solo simbolico per poter aiutare le donne che hanno subito violenza e che intendono intraprendere percorsi di fuoriuscita da relazioni violente».
La nuova norma, che in Italia ha un solo precedente più o meno simile (in Sardegna dal 2019), è stata elaborata con l'aiuto di una consulente legale e con l'apporto tenico di Anna Ceola, Claudia Merighi e in precedenza anche di Angelica Giovannini.
La legge attualmente in vigore prevede, per quanto riguarda il sostegno economico, soltanto la possibilità che la Provincia eroghi alle donne un anticipo sul risarcimento che eventualmente il giudice dovesse ricoscere loro al termine di un procedimento. La modifica proposta istituisce, invece, un assegno mensile che scatta in presenza dell'apertura di un procedimento o di provvedimenti delle autorità, quali ammonimenti o allontanamenti a carico di persone accusate di violenze, molestie, stalking o altri reati denunciati dalle donne.
«L'auspicio - concludono Coppola e Ghezzi - è che la maggioranza consiliare, anche tenendo conto che qui si ipotizza uno strumento da affidare largamente alla discrzionalità della giunta, possa superare gli steccati e condividere l'approvazione di questa norma che non ha nulla di ideologico ma intende semplicemente garantire uno strumento importante a sostegno delle donne che subiscono esperienze così drammatiche»