Allerta negli ospedali, piano d'emergenza I contagi da Coronavirus sono saliti a 26
Il picco, in Trentino, deve ancora arrivare. E allora gli ospedali si preparano: servono posti letto per i pazienti più gravi e serve personale, a partire dagli anestesisti. Per rispondere a queste due esigenze, alla luce dei 28 contagi in Trentino (venerdì erano 11, sabato sono diventati 18 e ieri appunto 28) l’Azienda sanitaria è pronta a far scattare il piano d’emergenza, fondamentale per provare a evitare, o almeno ad arginare, situazioni di collasso ospedaliero come quelle che si stanno verificando in molte strutture nel nord Italia. L’idea è quella, più logica e “facilmente” attuabile, di convertire in posti per le malattie infettive quelli attualmente utilizzati per i pazienti di medicina generale. Una sorta di effetto domino, coinvolgendo, naturalmente, altre strutture del territorio.
«Questa mattina avremo un incontro con i primari e i direttori dell’ospedale di Rovereto - ha spiegato il direttore generale Paolo Bordon -, perché ad oggi quella struttura è il luogo indicato per raccogliere i pazienti più gravi, con delle complicazioni. Nella riunione valuteremo cosa fare con le attività chirurgiche programmate: evidentemente si andrà verso una riduzione, per liberare anestesisti e personale. In Terapia intensiva a Rovereto attualmente ci sono due persone positive al Coronavirus: la nostra prassi è, a seconda delle condizioni di salute, di tenerli a domicilio, di metterli in malattie infettive e, se gravi, di ricoverarli in Tearapia intensiva».
Proprio la riduzione dell’attività ospedaliera programmata è il nodo da cui partire e, purtroppo, anche il segnale concreto di una situazione che si sta aggravando, come dicono anche i numeri. E allora l’Azienda sanitaria, non certo da ieri, si muove.
«Ci stiamo preparando - aggiunge il direttore del Dipartimento sanità Giancarlo Ruscitti - e ci stiamo organizzando per spostare alcuni pazienti di medicina, che non siano ovviamente legati al Coronavirus».
Lungimiranza, prudenza e precauzioni in questi momenti sono decisivi. Ecco quindi che la clinica Solatrix e Villa Regina sono già state pre-allertate per ospitare pazienti dell’ospedale di Rovereto e quindi aiutare a liberare posti che verrebbero utilizzati per persone contagiate da Coronavirus. E il principale ospedale della provincia? Per ora, visti i numeri in crescita ma comunque ancora contenuti, le attività programmate proseguono regolarmente e l’attenzione è spostata su Rovereto. Ma anche su Trento ci si prepara, con Villa Bianca e S.Camillo che potrebbero avere il ruolo di ospitare alcuni pazienti del Santa Chiara in modo da liberare posti letto per i casi positivi di Coronavirus.
Ma anche a Trento partono una serie di azioni. «Nei punti prelievi abbiamo deciso di permettere l’accesso solamente su prenotazione: si parte oggi e l’obiettivo è rendere tutto più funzionale e disciplinato», ha spiegato Bordon. Poi nei giorni scorsi sono stati assunti alcuni infermieri, ma si proseguirà anche nei prossimi con le firme sul contratto di alcuni medici e di altri infermieri.
Venendo agli 8 nuovi casi emersi ieri, l’assessora Stefania Segnana ha fornito alcuni dettagli. «Il primo è un uomo di Trento, di 62 anni, che si è presentato in pronto soccorso. Sta bene ed è stato rimandato a casa. Poi c’è un ragazzo del 1999, che era già stato messo in quarantena: ha chiamato ed è stato visitato in casa. Legate al caso emerso sabato in val di Cembra sono invece due donne, entrambe a casa: anche loro sono state visitate a domicilio e non hanno bisogno di ricovero. Un quinto caso è quello di un uomo di 69 anni, che si è presentato al Pronto soccorso di Trento: il paziente è ricoverato in rianimazione a Rovereto. Poi, per la prima volta, due persone che si sono presentate a Tione: una donna del 1948, a casa in condizioni stabili e non preoccupanti, e un’altra donna, anch’essa settantenne, sempre di Tione, è stata ricoverata nel reparto infettivi a Trento. Infine una donna del ‘64 è stata visitata a domicilio e resta in casa».