#restateacasa: cosa si può fare e cosa no
Il pacchetto di misure varato lunedì, che rende tutto il Paese “zona protetta” al fine di contrastare la diffusione del Coronavirus, è stato sintetizzato dal premier Giuseppe Conte con uno slogan chiaro: «Io resto a casa». Cosa significa? Gli spostamenti sono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e per motivi di salute. In tutti gli altri casi, dunque, sono vietati. Sul sito del ministero (www.interno.gov.it) è possibile scaricare il modulo per l’autocerticazione, da portare con sé, in cui, sotto la propria responsabilità, si dichiarano le ragioni dello spostamento. E le forze dell’ordine, impegnate nei controlli, potranno verificare la veridicità delle motivazioni addotte. Per chi viola le disposizioni e le limitazioni è previsto l’arresto fino a 3 mesi e l’ammenda fino a 206 euro.
Niente assembramenti
Il provvedimento vieta gli assembramenti di persone. Anche all’aperto obbligatorio mantenere almeno un metro di distanza.
Le esigenze di lavoro
Chi deve uscire di casa, anche fuori dal proprio comune, per motivi di lavoro - che sia un dipendente pubblico, un artigiano o che lavori presso un’azienda privata - può farlo. Sia che la sua attività sia all’interno del comune di residenza che in un altro. Ma l’invito è di incentivare periodi di congedo ordinario, ferie e smart working.
I motivi sanitari
Ok agli spostamenti anche per fare una visita medica o degli esami diagnostici, previo appuntamento. Qualora, però, si abbia una temperatura sopra i 37.5 gradi non si deve uscire. È bene chiamare il medico di base e non recarsi al pronto soccorso. Divieto assoluto di lasciare casa qualora si sia in quarantena o si sia risultati positivi al Coronavirus.
Assistenza ai familiari
Questo è uno dei casi di necessità contemplati dal decreto: è possibile spostarsi per andare ad assistere i propri anziani non autosufficienti (ricordandosi però che sono da proteggere, dunque è bene disinfettarsi mani e semmai indumenti). Non è uno spostamento “necessario”, invece, una cena per andare da parenti, amici o la visita alla fidanzata/o.
Ok alla spesa
Via libera alle uscite per la spesa: una persona per famiglia e, se possibile, all’interno del proprio comune. Ma niente “assalti”. Negozi di alimentari e supermercati sono forniti. Gli esercenti devono fare rispettare le distanze tra clienti.
Bar e ristoranti
Il decreto prevede che possono restare aperti dalle 6 alle 18: essenziale anche in questo caso che tra un cliente e l’altro ci sia almeno un metro. Ma sulla frequentazione di bar, ristoranti e negozi non alimentari del proprio comune il presidente Fugatti ha detto che attende chiarimenti da parte del ministro Boccia, dal momento che il decreto prevede che un cittadino si possa muovere solo per comprovati motivi di salute,necessità e per motivi di lavoro. «Un cittadino può andare al bar del suo comune? Attendiamo la risposta. E lo stesso vale per un negozio non alimentare, per il quale ci pare di avere capito che questo sia concesso».
Estetiste, parrucchiere e centri estetici
Anche per questi settori Fugatti ha detto che, nella videoconferenza con le regioni, molti hanno chiesto delucidazioni rispetto all’applicazione del decreto.
Centri commerciali
Nelle giornate festive e prefestive le medie e grandi strutture di vendita sono chiuse, come gli esercizi commerciali presenti all’interno di centri commerciali e mercati. Una chiusura che non vale per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, anche all'interno di centri commerciali, dove invece gli altri esercizi resteranno comunque chiusi.
Consegne a domicilio
Sono consentite consegne a domicilio anche dopo le 18, purché siano evitati i contatti personali. Ma la Provincia ha chiesto una conferma.
Passeggiate e sport
Fare una passeggiata, soprattutto per le famiglie alle prese con la gestione dei bambini, è una boccata di ossigeno. Si possono fare, ma si devono evitare assembramenti e va mantenuta la distanza minima. Anche l’attività motoria all’aperto è consentita, ma non in gruppo.
Tempo libero e manifestazioni
Pub, cinema, palestre, piscine, discoteche, musei e biblioteche sono chiuse. Anche in Trentino, come su tutto il territorio nazionale, sono sospese tutte le manifestazioni organizzate nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, comprese quelle di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico.