Numero verde e 112: boom di chiamate
<+filo_firma>Migliaia e migliaia di telefonate. Ogni giorno, a ogni ora, ormai da più di tre settimane. E poi le videoconferenze, almeno tre o quattro al giorno. Senza dimenticare i decreti che si susseguono, cambiando “le carte in tavola”, e le notizie che si rincorrono, determinando flussi di chiamate improvvisi.
Alla Centrale unica di emergenza si lavora tantissimo. Un lavoro completamente nuovo, con la necessità di una formazione a tempo zero per dare risposte a problematiche che, fino a un mese fa, erano sostanzialmente sconosciute.
«Dal 22 di febbraio c’è stato un forte incremento di chiamate, e poi lunedì 24, con la nascita del numero verde Coronavirus, un ulteriore boom. Sul numero 112 in questo periodo dell’anno abbiamo mediamente 600 o 700 chiamate al giorno, legate anche agli afflussi turistici sulle piste da sci, ma in questi giorni arriviamo a 1.200. E poi il numero verde (800.867.388), con punte di 3.000/3.500 telefonate al giorno».
A raccontare è l’ingegner Stefano Fait, responsabile del servizio prevenzione rischi. Che sia domenica probabilmente non lo sa nemmeno: non ci sono fine settimana, domenica e giovedì sono uguali, non si guarda che ore sono e se il turno è finito. Vale per lui, vale per decine di altre persone del Dipartimento, vale per il personale della Croce rossa, vale per lo staff di Trentino Digitale e per il personale del Servizio politiche sociali. Le ferie sono revocate, le aspettative anche. Si lavora e basta, per fare filtro e rispondere alle esigenze dei cittadini.
«Fino a 12 persone al giorno lavorano sul Numero verde - aggiunge Silvia Marchesi, referente tecnico per la Centrale di Trentino Digitale -, per il quale avevamo creato inizialmente due postazioni e ora siamo a quota 6, con turni 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20, mentre la centrale è stata rinforzata con un totale di circa una dozzina di operatori. Sono state create postazioni di lavoro aggiuntive, anche al secondo piano della struttura per il lavoro del progetto “Resta a casa, passo io” (numero gratuito 0461 495244), una rete coordinata dalla Provincia per sostenere l’utenza fragile».
In queste ormai tre settimane di emergenza, con sviluppi e, purtroppo, aggravamenti quotidiani, praticamente tutto il lavoro è legato al Coronavirus. Le emergenze di altro tipo, dall’incidente stradale alla frattura sugli sci, dal soccorso per arresto cardiaco all’incendio, sono sostanzialmente azzerate. Il compito alla Centrale unica diventa quindi quello di gestire le chiamate inerenti al Covid. Che sono di diverso tipo.
«Fino a qualche giorno fa - prosegue Fait - tantissime chiamate erano per richieste di informazioni. All’inizio, prima degli ultimi decreti nazionali, c’erano le persone che venivano in Trentino che in pratica si “autodenunciavano”, oppure studenti trentini fuori sede che, molto responsabilmente, chiedevano come dovevano comportarsi. Il Numero verde ci ha salvati, perché tutte le richieste legate al Covid sono state girate lì. La gran parte delle persone ormai è informata su sintomi e regole da seguire, quindi a noi spetta il compito di fare filtro per agevolare anche il lavoro del Dipartimento salute».
Le indicazioni valide per tutti sono piuttosto semplici. In caso di sintomi, da qualche linea di febbre a un po’ di tosse vanno gestiti chiamando il proprio medico di base o la guardia medica: loro avranno risposte e consigli precisi per ogni situazione. Se i sintomi saranno invece gravi, come forti difficoltà respiratorie, allora c’è il numero delle emergenze, ovvero il classico 112.
«Non sappiamo con esattezza fino a quando durerà questa situazione, perciò stiamo lavorando su nuove sale e postazioni. C’è anche un grande lavoro tecnico, per i cablaggi, che stiamo portando avanti. Le chiamate ricorrenti? Arrivano le i materiali, a partire dalle mascherine, ma in quel caso la distribuzione avviene secondo piani ben definiti».
Insomma, per essere chiari, l’utente privato non può chiamare e poi passare a prendersi il materiali. Così come la struttura pubblica, che deve passare attraverso altri canali, a partire dall’Azienda sanitaria.
Un aspetto importante riguarda la comunicazione: dopo gli annunci del premier Giuseppe Conte, ma anche dopo le conferenze stampa del presidente Maurizio Fugatti, si registrano dei boom di chiamate.
«Ma anche dopo una notizia pubblicata sul vostro sito internet, ad esempio. Il problema è che spesso i decreti firmati - e sono quelli ai quali dobbiamo fare riferimento - arrivano dopo gli annunci ufficiali o le notizie anticipate dalla stampa».