Coronavirus: come è cambiata la spesa Nei supermercati a ruba farina e uova
Farina, lievito, uova in aumento vertiginoso tra gli acquisti dei trentini. Non è un caso, spiegano Sait, Dao, Eurospin e Poli, perché con l’aumento del telelavoro e delle ferie forzate a causa del Coronavirus, le abitudini degli utenti dei supermercati sono cambiate. La chiusura dei ristoranti e dei supermercati, nonché dei bar, ha praticamente azzerato le possibilità di mangiare fuori casa, le restrizioni sempre più severe sugli spostamenti hanno fatto il resto. E, come effetto della clausura domestica, c’è stato un forte acquisto di prodotti per preparare il cibo a casa. Inoltre, lo scontrino medio, a fronte di una minor frequenza di acquisto, è diventato molto pesante, con molti clienti che hanno triplicato la cifra spesa alla cassa. Insomma, si va meno al supermercato (anche perché la spesa a domicilio si sta affermando, con i limiti legati all’improvviso boom della domanda), ma quando ci si va si spende di più di prima.
«I clienti sono diventati più ordinati e più educati rispetto alla prima fase di divieti in cui c’erano stati acquisti anche un po’ dettati dalla paura - spiega Ivan Odorizzi, presidente di Dao - I clienti si stanno abituando alle restrizioni, vengono meno spesso e alla fine comprano di più rispetto a un tempo, anche perché la gente mangia a casa. I consumi dei ristoranti bar e pizzerie si sono trasferiti in parte sui supermercati. Tanto è vero che in questi giorni siamo rimasti sforniti in alcuni punti vendita di farina bianca e uova». Ma non si tratta di una carenza di prodotto, che anzi viene rimpiazzato dagli ordinativi che vanno avanti senza problemi.
Una tendenza che confermano anche Sait e Poli.
«In alcuni casi - sottolinea il direttore del Sait, Luca Picciarelli - è mancato del lievito fresco e la farina di primo prezzo, ma ci sono sempre stati i prodotti per sostituirli.
In questa fase sono due categorie sotto pressione, anche perché è vero che siamo diventati tutti panificatori, ma il prodotto arriva e le forniture non mancano». Per la farina le vendite sono «più che raddoppiate, all’interno di un andamento positivo diffuso delle vendite. Tra i settori che perdono quota, come effetto del fatto che la gente sta più a casa e ha più tempo per cucinare, ci sono la pasticceria e i prodotti di gastronomia pronta. La gente - conferma anche Picciarelli - si è abituata alla riduzione della frequenza di acquisto con un aumento dello scontrino medio. Il fatturato in questa fase aumenta di circa il 15/20%, lo scontrino medio è triplicato in molti casi. I dipendenti sono bravissimi e non ci stancheremo mai di ringraziarli per come stanno affrontando questa fase delicata».
Al Poli segnalano un raddoppio delle vendite di farina, mentre c’è una forte richiesta anche sui prodotti locali, che la catena trentina sta sostenendo con delle misure ad hoc, come spiega Mauro Poli: «Già la scorsa settimana siamo partiti con una iniziativa a sostegno dei produttori piccoli e grandi del territorio creando degli evidenziatori a scaffale e una campagna con cui sosteniamo i prodotti del territorio. Su tali prodotti abbiamo fatto dei ribassi dei prezzi costistenti per sostenere le aziende del territorio e la clientela sta rispondendo bene». Per avere farina e uova si sono fatti ulteriori accordi con i produttori locali. Per quanto riguarda le uova, gli allevatori trentini riforniscono in maniera adeguata gli scaffali. E vengono ripagati: il 70% delle uova vendute è trentina.