+++ IN TRENTINO OGGI 9 MORTI +++ Fugatti: «Mascherine per tutti i trentini le distribuiranno i Vigili del Fuoco, due a testa»
La consueta conferenza stampa quotidiana della “task force” provinciale sul coronavirus, formata dalla giunta e dai vertici dell’Azienda Sanitaria - era oggi molto attesa, al termine del mese di marzo e con le prospettive sul mese di aprile, con la conferma delle restrizioni.
Il presidente Maurizio Fugatti, in apertura, ha come al solito riassunto prima di tutto i dati: «I numeri di oggi sono ancora negativi, come nei giorni scorsi, abbiamo 9 decessi - sicuramente in calo, ma 9 decessi sono un dato importante nella negatività - e 97 nuovi casi di contagio. Di questi 96 con il tampone. Siamo di fronte a una crescita dei tamponi, oggi 683, e vogliamo arrivare a 1500-2000 come obiettivo. Con l’aumentare dei tamponi aumenta il numero dei contagi».
Le 9 persone decedute in Trentino di cui è stata data notizia nel corso della conferenza stampa in streaming della task force provinciale per l'emergenza Covid 19 sono un uomo di Ledro di 69 anni, un uomo di 86 anni di Pieve Tesino, una donna di Borgo Chiese di 87 anni, un uomo di Cavalese di 75 anni, na donna di 95 anni di Pergine, un uomo di 74 anni di Trento, una donna di Ledro di 98 anni ed un uomo di 28 anni di San Giovanni di Fassa. In realtà la morte del giovane era stata comunicata ieri ma solo oggi è arrivata la conferma che il decesso è dovuto alle complicanze del Covid 19, in particolare ad una embolia polmonare.Tra le vittime del virus anche uomo di 64 anni, di Bergamo, ricoverato da noi: era uno dei pazienti lombardi "accolti" dal Trentino.
Fugatti ha ricordato i numeri negli ospedali: «Abbiamo nelle cure domiciliari 1547 persone, in infettivi 290, in semi-invasivo 55 persone e in terapia intensiva 75. I morti in totale ad oggi sono 173, i guariti 214».
Per il presidente «Siamo ancora in una fase di emergenza anche se il contagio si è stabilizzato, e questo ci dice che bisogna tenere alta la guardia. Le terapie intensive sono 75, un dato che ci dà ancora un certo spazio di disponibilità, di posti in alta intensità ne abbiamo 100».
Fugatti ha detto «abbiamo visto un po’ di approfondimenti sui numeri rispetto ad altre regioni: noi crediamo che le persone non siano numeri; abbiamo sempre dato la negatività nella sua cruda realtà, e crediamo che quando veniamo qui a parlare di persone che muoiono, lo diamo in cruda raltà. I confronti con altre realtà andrebbero fatte sui numeri reali. E pensando che la sanità trentina ad oggi cura i suoi cittadini con le sue forze. Ad oggi abbiamo garantito le cure intensive a tutti i trentini che ne hanno avuto bisogno, e questo è un vanto della sanità trentina. Se accogliamo altri pazienti di altre regioni, è un valore della nostra sanità. A chi fa questi confronti, fra giusto e sbagliato, e fra noi e le altre regioni, ricordiamo che c’è molto di positivo che è stato fatto, e che i conti si faranno soltanto con i dati alla fine».
Per Fugatti «vediamo grafici, numeri, gente che scrive tantissimo; ma ai trentini che scrivono, io dico di far vedere anche le cose che funzionano».
ORDINANZE: «Ieri - ha detto Fugatti - c’è stato un equivoco ingenerato dalle comunivazioni del Ministero degli Interni, su quello che si può fare e non si può fare. Non è cambiato nulla: bisogna stare a casa, e basta. Oggi ho visto altre fotografie, con gente che evidentemente pensa che si possa tornare fuori. No: non è cambiato nulla. Se uno esce, lo può fare nei casi consentiti e nei pressi di casa. Ad esempio: si dice che uno può andare a fare la spesa in un altro Comune. Ma non è vero: al massimo puoi andare nel Comune vicino per beni di prima necessità - ad esempio per i celiaci - che non trovi nel tuo paese. Altrimenti non ti puoi muovere».
Ieri sono arrivate un milione di mascherine trentine. «Grazie al lavoro della nostra Protezione Civile, con il gruppo Paterno, è arrivato un milione di mascherine. Con questo milione e con le altre che abbiamo, verrà distribuito tramite i nostri Vigili del Fuoco per darle nei Comuni due pezzi a testa per ogni persona trentina». Il dirigente ingegner De col, della Protezione Civile, ha spiegato meglio: «le mascherine sono in primo luogo per il personale sanitario; ora con nuova disponibilità possiamo andare sul territorio. Nella successiva fase, sarà necessario che ognuno abbia una mascherina, non perché questo li preserverà dal contagio, ma perché si va verso una possibile riapertura delle attività. In quella fase, ognuno dovrà usare questo strumento perché ognuno dovrà proteggere gli altri.
CONSEGNA DELLE MASCHERINE - Le mascherine verranno distribuiti dai Vigili del Fuoco volontari, e ogni Corpo sta decidendo con il suo Comune su come farlo. Sarà una busta con 2 mascherine per persone, davanti a ogni casa nella buca delle lettere, evitando ogni contatto personale. Verranno date a domicilio; se ci sono situazioni di non presenza, basterà chiamare il numero verde provinciale 800 867388, e verranno riconsegnate. Questo andrà avanti fino a quando le mascherine non saranno nuovamente disponibili sul mercato».
Infine Fugatti ha annunciato l’acquisto da parte dell’Azienda Sanitaria di 5 mila test rapidi, che verranno usati nei prossimi giorni.
VERSANTE RSA - L'assessore Stefania Segnana ha fatto il punto sulle case di riposo. Intanto ha annunciato che «Da domani ci saranno 7 nuovi medici, che andranno a Trento, Rovereto ed Arco: sono medici della Protezione Civile nazionale, inviati in Trentino a dare una mano. L'Azienda Sanitaria sta allestendo per loro gli alloggi».
L'assessore ha discusso oggi con Upipa e le principali case di riposo e Rsa. Il primo problema che le è stato riportato è quello del personale che manca, visto che un gran numero di operatori è contagiato o in malattia o in quarantena. Segnana ha risposto che «Con Alto Garda, Ledro e Dro, il dottor Ruscitti del Dipertimento Sanità Pubblica ha emanato una determina che isttuisce una task force apposita per le Rsa, che ha il compito di affincare i direttori delle Rsa più colpite per dare loro un supporto tecnico per gestire l'emergenza, anche del personale».
Francesca Parolari di Upipa ha detto che «il fronte delle Rsa è da un mese attivo in modo forte nella grave emergenza. Abbiamo oggi una situazione molto variegata, con il 50% diRsa ancora indenne, ed alcune invece toccate in maniera molto forte come l'Alto Garda. Attualemente ci sono alcune strutture in forte emergenza soprattutto per il personale; noi stiamo attivando tutto il possibile per contenere i lcontagio. Siamo ben consapevoli che le nostre non possono essere realtà chiuse, i nostri operatori entrano ed escano, ma cerchiamo di contenere il contagio. Io mi auguro di arrivare alla fine con almeno delle Rsa indenni, ma certo i contatti con l''esterno rimangono, e ci fanno pensare».
E i familiari? C'è possibilità di contatto?= «Per noi la cosa più difficile è stata rinunciare alle visite dei familiari; ma i nostri operatori si prodigano per attenuare questa lontananza. Dappertutto si prova a sopperire con le videochiamate, le chat, le telefonate. Io ringrazio i nostri operatori che stanno lavorando per il mantenimento delle relazioni; un lavoro che aumenta il loro carico e la loro responsabilità. Ma vediamo ogni giorno che in Trentino abbiamo una rete di Rsa molto solida, di struttture molto attrezzate: non abbandoniamo i nostri anziani e diciamo ai familiari di non essere preoccupati».
MASCHERINE - Il dottor Bordon dell'Azienda Sanitaria ha riferito: «Ne abbiamo al momento 800 mila, ma ne consumiamo 30 mila al giorno. Abbiamo 310 mila FFP2 che servono ai sanitari e circa 2000 FFP3 per le rianimazioni. Abbiamo 8.200 camici, e questo è ancora un problema, per avere una scorta».
I DECESSI - Si è parlato anche dei casi di decesso. Nel caso del giovane di 28 anni in Fassa, Bordon ha detto che era «Covid positivo, ma in fase di remissione, perché era guarito molto bene. Per noi è una morte riconducibile a Covid, perché c'era questo percorso. Ma sono in corso accertamenti per capire. Per quanto riguarda la dottoressa della val di Fassa, abbiamo accertato che era stata chiamata per un tampone a domicilio, ed era stata fornita di tutte le protezioni. Cosa sia successo in questo frangente, non lo sappiamo. Ma sicuramente il suo decesso è stato provocato dal contagio contratto in quel caso».
Un plauso dal presidente anche all’Università: il Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, riunito oggi in seduta straordinaria per via telematica, ha deliberato, su proposta del rettore Paolo Collini, uno stanziamento di 1 milione di euro per l’emergenza coronavirus, cifra che verrà attinta dai residui di bilancio. La dotazione straordinaria servirà a finanziare per gran parte le attività condotte dal Cibio in supporto all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, soprattutto per la possibilità di realizzare fino a 30.000 tamponi. Ma non solo, è infatti previsto anche il sostegno finanziario all’organizzazione di altre attività di ricerca, servizi di supporto e divulgazione scientifica rivolti alla cittadinanza promossi e in parte già avviati da altri dipartimenti dell’Università di Trento.
Il Dipartimento, inoltre, metterà a punto un saggio sierologico per screening istantaneo di anticorpi contro Sars-Cov-2, che potrebbe consentire una maggiore attendibilità rispetto a quelli già presenti sul mercato. Una ricerca condotta dal team del virologo Massimo Pizzato con il Francis Crick Institute di Londra si propone anche di mappare finemente la parte del virus più appropriata per consentire la rilevazione di anticorpi in tutti i pazienti, per poi allestire un saggio sierologico rapido da usare in tempi brevi. Uno studio già condiviso con l’Apss, che potrebbe presto prendere parte al progetto. Infine il Dipartimento utilizzerà parte dello stanziamento per studiare la sequenza genetica del coronavirus che circola in Trentino per analizzarne possibili polimorfismi se paragonato con altri ceppi virali.