Dai Minipolifonici in casa ecco 12 chitarristi scatenati e il loro video in #lockdown
Lockdown? Noi suoniamo! 12 ragazzi dagli 8 ai 19 anni con il loro insegnate di chitarra prof. Eddy Serafini della Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Trento, si sono messi in gioco e hanno realizzato un video musicale che vuole essere, oltre ad un progetto di aggregazione (seppur virtuale), un’occasione per diffondere attraverso la musica un messaggio di positività e di augurio; ognuno di loro ha voluto inserire un proprio pensiero: chi un ringrazia medici e operatori sanitari, chi dedica un pensiero ai propri cari, chi sprona tutti a non mollare e chi ringrazia la musica per esserci in questo momento.
Spiega Serafini: «Circa 10 giorni fa ho proposto ai miei allievi questa iniziativa (sull’onda di molte altre) ma volevo fosse un contributo leggermente diverso: hanno risposto subito entusiasti. Ho voluto coinvolgere tutti indipendentemente dal loro livello (parliamo anche di bambini che hanno preso in mano una chitarra 4 mesi fa per la prima volta) e ognuno con i propri mezzi.
La musica è un forte mezzo di comunicazione che riesce toccare “corde” a livelli profondi dell’essere umano. Chi suona ha anche questa responsabilità e ho voluto dimostrarlo anche ai ragazzi in questa occasione: loro stessi, ognuno con le proprie abilità e singolarità, possono essere tasselli di un puzzle rivolto a dare speranza, un ringraziamento a chi sta lavorando duramente negli ospedali, anche un momento di sollievo, un messaggio di speranza ai loro coetanei o conoscenti lontani. La musica ha anche uno scopo sociale e educativo molto importante in cui credo molto.
In questo periodo la cultura, l’arte e in particolare la musica credo si sia imposta come un’esigenza di espressione e di comunicazione forte. Sto pensando, sorridendo, ad uno dei messaggi che in questi giorni girava sui social, chiaramente una provocazione ma spero faccia riflettere: “Se pensate che gli artisti siano inutili, provate a passare la quarantena senza musica, libri, film, poesia, teatro, pittura…”; è chiaro che l’arte non è solo questo, ma ...è anche questo!
Mi auguro che questo momento di grandi cambiamenti, segni anche un nuovo inizio e una consapevolezza (e rispetto) maggiore da parte di tutti verso l’arte come ossigeno e crescita per la società. Con orgoglio che dico: “Bravi i miei piccoli chitarristi!”»
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