La Provincia: negozi chiusi la domenica e i festivi

Non si tratta soltanto della chiusura dei supermercati per questa domenica (oggi) e la prossima: la questione è molto più grande. In Giunta provinciale si pensa di chiudere, a breve, tutti i negozi del Trentino - supermercati, vestiti, scarpe, piccoli alimentari, metteteci quel che volete - per tutte le domeniche e i festivi. Un ritorno al passato di portata storica. 

Due le eccezioni: la prima riguarda le località turistiche e i comuni «ad attrattività commerciale/turistica», dove i negozi e i supermercati potranno rimanere sempre aperti, anche la domenica e i festivi. La seconda riguarda tutti gli altri comuni: le singole amministrazioni stabiliranno 15 domeniche o festività nel corso dell'anno - non una di più - in cui tutti i negozi potranno rimanere aperti; anche i supermercati. (Piccola parentesi: sarà interessante scoprire quali località verranno definite come turistiche, e quali «ad attrattività commerciale/turistica». Trento, per esempio, vi rientrerà? Perché la chiave è tutta qui). 

La chiusura dei supermercati, oggi e domenica prossima, è sancita dall'ordinanza firmata due giorni fa dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti . L'ordinanza stabilisce che possano aprire solo i piccoli alimentari (150 metri quadrati al massimo).
La chiusura, la domenica e i festivi, di tutti i negozi nel "Trentino non turistico" - chiamiamolo così - è messa nero su bianco nel disegno di legge proposto dall'assessore Roberto Failoni , che ha iniziato l'iter con procedura d'urgenza.
E i sindacati, per una volta, applaudono la Giunta provinciale. «Da tempo avevamo chiesto che la domenica rimanessero chiusi tutti i negozi», afferma con forza Paola Bassetti (Cgil Filcams). «Finalmente la Provincia ha capito le nostre ragioni: ogni tanto ci troviamo dalla stessa parte, e quando succede è giusto riconoscerlo. Ora ci aspettiamo che si prosegua sulla strada intrapresa senza esitazioni o condizionamenti. Una strada in difesa delle lavoratrici, delle famiglie, ma anche dell'ambiente. Dobbiamo puntare a un nuovo modello di società. Proprio i mesi dell'emergenza ci hanno fatto capire che si può vivere bene senza andare al supermercato la domenica». Magari qualcuno vorrebbe lavorare nei giorni di festa per arrotondare lo stipendio, suggeriamo, ma Bassetti ci ferma subito: «Sono una minoranza», scandisce, «una minoranza residuale. Anche perché il riconoscimento previsto non cambia la vita. Decisamente! Le aperture domenicali, tra l'altro, non hanno fatto crescere i consumi e neppure il numero dei posti di lavoro. I consumi sono stati "spalmati" su sette giorni invece che su 6. Tutto qui. Noi vogliamo, in conclusione, mettere la persona al centro di tutto, non la merce». 

Lamberto Avanzo (Cisl Fisascat) prosegue sulla stessa linea. «Questa è una battaglia che portiamo avanti da decenni. Per fare le compere bastano 6 giorni alla settimana. La delibera di Fugatti pone l'attenzione sulla conciliazione tra qualità della vita e lavoro: è importante. Mi dispiace che solo adesso, dopo una grave emergenza, si sia capito che il commercio non è un servizio essenziale. Importante sì, ma non essenziale. Come si fa a dire che un negozio deve rimanere perché è fondamentale come un pronto soccorso, un ospedale? È una follia. Non si possono confondere le attività del commercio con quelle sanitarie, o altre davvero fondamentali, come i trasporti. E non mi si dica che uno, per quanto lavori, non ha il tempo di fare la spesa il sabato. Guardate l'Alto Adige: lassù, in tanti, chiudono anche il sabato pomeriggio, non solo la domenica, e non mi pare che il turismo ne risenta. Impariamo da loro!». 

Terza voce del coro, Walter Largher (Uil Uiltucs). «Positivo che la nostra idea si concretizzi in un disegno di legge. Attendiamo, adesso, di essere convocati per dire la nostra in modo compiuto. Abbiamo sempre detto che siamo aperti riguardo alle zone turistiche: per quelle, giusto fare un discorso a parte». Largher, infine, si toglie un paio di sassolini dalla scarpa: «Stupisce», attacca, «che Confcommercio Trento vada esattamente dalla parte opposta rispetto a Confcommercio Bolzano e a quella nazionale. Confcommercio Bolzano, infatti, fa parte dell'alleanza a favore delle chiusure domenicali... Lo stesso Massimo Piffer, vicepresidente di Confcommercio provinciale, si contraddice rispetto a quanto diceva nel 2017: tre anni fa Piffer sosteneva che le aperture domenicali non facessero crescere né fatturato né occupazione, ma spostassero, soltanto, il fatturato di 6 giorni su 7 giorni, con un aumento dei costi».

LA SCHEDA

È contenuto tutto in una sola pagina - formato solo da un articolo in quattro commi - il disegno di legge destinato a tenere chiuse le attività commerciali - pur con varie eccezioni e possibili deroghe - nelle giornate di domenica e nei festivi. L'assessore al commercio e turismo Roberto Failoni ha dunque spinto la semplificazione al massimo, tanto che la relazione introduttiva è più corposa del disegno di legge stesso. Poche righe che, se verrà approvata la legge nei termini proposti dalla giunta provinciale, avrà il sapore del ritorno al passato sulla linea di quanto avviene nel nord Europa.
Il disegno di legge dovrebbe correre su un binario veloce. Domani infatti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti chiederà ai capigruppo la procedura d'urgenza perché il Consiglio provinciale esamini il provvedimento nella prossima sessione d'aula.
Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede l'unico articolo del disegno di legge 58 del 19 giugno 2020 "Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi degli esercizi commerciali" assegnato alla Seconda commissione permanente. «Per favorire - si legge all'articolo 1 comma 1 - la conservazione delle peculiarità socio-culturali e paesaggistico-ambientali, gli esercizi di vendita al dettaglio osservano la chiusura domenicale e festiva, fatto salvo quanto previsto da quest'articolo in relazione all'attrattività turistica dei territori e a garanzia del pluralismo nella concorrenza».
Ci sono però delle eccezioni, previste dal comma 2: «La Giunta provinciale, previo parere del Consiglio delle autonomie locali, individua i comuni a economia turistica e quelli ad attrattività commerciale/turistica nei quali è ammessa l'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio anche nelle giornate domenicali e festive. In relazione alle finalità del comma 1 la Giunta provinciale, inoltre, può individuare le tipologie di esercizi, anche al di fuori dei comuni a economia turistica e di quelli ad attrattività commerciale/turistica, che non sono tenuti a osservare la chiusura domenicale e festiva». Inoltre - e siamo al comma 3 - «in occasione di grandi eventi o manifestazioni che richiamano un notevole afflusso di persone i comuni possono derogare all'obbligo di chiusura domenicale e festiva per un massimo di quindici giornate annue». Il comma 4 precisa alcune eccezoni come «le rivendite di riviste e giornali», «gli impianti di distribuzione automatica di carburante» e «ulteriori attività individuate dalla Giunta provinciale».

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