Plexiglas morbido in giardino per incontrare gli anziani in Rsa
Si cerca di tornare alla normalità
Non è affatto facile da parte di amministratori, dirigenti ed operatori nelle varie Rsa conciliare le normative (Dpcm e Delibere provinciali ancora piuttosto rigide), con le legittime aspettative dei famigliari ormai logorati da oltre cinque mesi di «isolamento» dei propri famigliari ospiti all’interno di queste strutture.
Mediare al meglio tra sicurezza e affetti con l’epidemia ancora in corso è un compito difficoltoso con pochi margini discrezionali che deve fare giornalmente i conti con il disappunto dei parenti, i disagi degli ospiti e le prese di posizione pubbliche come il recente documento/appello del «Gruppo Rsa Unite» (il coordinamento parenti di 32 Rsa trentine), inviato all’assessora provinciale Segnana e al presidente Fugatti. Tra le maglie strette delle norme sugli accessi si sta muovendo anche la Rsa «Margherita Grazioli» di Povo che, nell’intento di addolcire gli incontri tra gli ospiti ed i visitatori, ha riorganizzato le modalità di incontro attraverso le predisposizione di alcune nuove postazioni esterne nell’ampio giardino della struttura.
Due gazebo con un parete di plexiglas morbido in cui non è previsto distanziamento e in cui si può toccarsi creando l’illusione del contatto fisico e alcune altre postazioni esterne con il distanziamento previsto ma senza alcuna barriera acustica e visiva. «Non vediamo l’ora di riabbracciare i nostri cari - hanno detto alcuni visitatori - ma queste nuove modalità sono un importante passo avanti rispetto alle precedenti esperienze "carcerarie" all’interno con vetri e interfoni che creavano moltissime difficoltà nei colloqui».
L’ambiente che abbiamo percepito nella visita insieme alla presidente Nicoletta Tomasi, alla direttrice Patty Rigatti e Lucia Leonardelli, responsabile dell’area sociale, è finalmente sereno e disteso con i colloqui programmati (su appuntamento) che si svolgono senza grandi difficoltà. Permangono ovviamente anche tutte le altre misure di prevenzione con il triage obbligatorio, il termoscanner che rileva la temperatura e il corretto posizionamento della mascherina, l’igienizzazione delle mani, la compilazione del questionario ed i percorsi obbligati con personale dedicato.
«L’obiettivo è sempre lo stesso - dice la direttrice Patty Rigatti - prevenire possibili trasmissioni di infezione e mantenere la struttura Covid Free (nessun decesso causa Coronavirus e un solo lieve caso di infezione subito risolto), anche se comprendiamo l’inquietudine dei parenti. Esistono però precise disposizioni alle quali non possiamo sottrarci e saremo i primi, non appena si disporrà di qualche certezza in più, a proporre la riduzione delle misure di protezione».
Un’altra buona notizia, attesa da tanti ospiti: la celebrazione della prima messa dopo il lockdown che avverrà domani, il giorno di Ferragosto, celebrata da don Ruggero nel viale di ingresso con parte degli ospiti distribuiti a debita distanza nel piazzale e altri che assisteranno dai balconi delle stanze. Un altro concreto segnale di speranza in attesa della normalità.