Andalo, c'è un altro orso in paese Fugatti lo vuole catturare ma al Casteller c'è poco posto
Andalo, abbiamo un problema: appena catturato l’orso M57 - responsabile dell’attacco notturno al Carabiniere - c’è un altro orso “confidente” che è stato avvistato in centro al paese e si avvicina abitualmente ai centri abitati. La risposta della giunta provinciale: va catturato e portato al Castello. Con un problema: al Castello c’ spazio per tre orsi. Uno è la femmina JJ4 che è lì rinchiusa da 11 anni. L’altro è M57 proveniente da Andalo, e se arrivasse anche il secondo maschio di Andalo il centro faunistico sarebbe pieno. Cosa succederebbe allora se venite catturato M49, in fuga sul Lagorai ma sul quale pende sempre ordinanza di cattura o abbattimento di Fugatti? Per il presidente della giunta la risposta la deve dare Roma, in particolare il ministro dell’Ambiente Costa, al quale ha chiesto di farsi carico dei “troppi orsi” del Trentino, da trasferire non si sa dove.
Se n’è discusso ieri al Comitato Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che però ha dovuto affrontare anche un altro argomento: quello dell’espansione dei lupi soprattutto nel Trentino Orientale. La penetrazione dei branchi di lupi è spontanea e naturale, e sta avvenendo su tutto l’arco alpino. Ma questo crea inevitabili problemi per i pastori, che prima erano abituati a lasciare gli animali al pascolo da soli, ed ora devono fare i conti con il grande predatore.
Una situazione non più sostenibile, è stato il grido d’allarme lanciato all'unisono dagli amministratori della Val di Fiemme e della Valsugana, insieme ai rappresentanti del mondo agricolo e zootecnico, che hanno partecipato ai lavori del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato quindici giorni fa dal prefetto Lombardi per affrontare la questione dei lupi in Trentino ed esteso, dopo quanto accaduto ad Andalo sabato scorso, anche alla problematica degli orsi. Ed è stato proprio il sindaco di Andalo, presente all'incontro, a comunicare che la scorsa notte un altro plantigrado si aggirava per il centro abitato del paese, per nulla spaventato dai vigili del fuoco che lo hanno seguito ed illuminato con un faro.
Il presidente della Provincia, al riguardo, ha annunciato che giovedìverrà emessa un’ordinanza di cattura per questo esemplare che la Forestale e le strutture della Provincia stanno cercando di identificare. “La situazione è sempre più preoccupante – ha detto al termine del Comitato il presidente – in quanto, come ci hanno confermato gli amministratori locali, anche i lupi adesso mostrano un atteggiamento confidente e non sembrano avere paura dell’uomo. Noi non possiamo più aspettare, perché abbiamo la responsabilità di tutelare l’incolumità dei cittadini. Abbiamo fatto presente ai rappresentati dello Stato quanto sia alto il rischio per le persone. Abbiamo bisogno di spazi in cui mettere gli orsi che catturiamo e il Ministero, fino ad oggi, non ci ha dato alcuna risposta. Non possiamo più attendere, per capire che sono pericolosi, che attacchino una persona. Questo, come presidente della Provincia, non posso accettarlo, il Ministero ci deve aiutare”.
I sindaci di Castello Molina di Fiemme e di Telve di Sopra e il presidente della Comunità territoriale della Val di Fiemme, hanno evidenziato come vi sia oramai fra gli imprenditori agricoli e anche fra la popolazione, una sorta di scoramento per quanto sta accadendo, chiedendo che si possano incrementare le azioni di dissuasione messe in campo negli ultimi mesi, che hanno comunque prodotto alcuni risultati, almeno sul fronte dei lupi, visto che numericamente gli attacchi al patrimonio zootecnico erano diminuiti fino a poche settimane fa.
Infine i dati. In Trentino si contano 13 branchi di lupi per un totale di circa 80 esemplari in forte incremento negli ultimi anni.
Mentre gli orsi, con i cuccioli, sono ormai vicini alle 100 unità.
Il Commissario del Governo, Sandro Lombardi ha annunciato che relazionerà al Ministro sull'allarme raccolto oggi dal Comitato per l’ordine e la sicurezza e che organizzerà a breve un incontro con i tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per verificare quali soluzioni siano percorribili.