Provincia ferma da anni sull'edilizia universitaria
Per il piano di edilizia universitaria, siamo ancora fermi alla programmazione di inizio anni Duemila, presidente della Provincia Lorenzo Dellai . L'atto di indirizzo per l'Università e la ricerca approvato venerdì dalla giunta Fugatti per gli anni 2020-'22, con la relativa assegnazione di risorse per l'esercizio finanziario 2020, ne è la conferma. Lo riconosce lo stesso rettore, Paolo Collini , giunto a fine mandato: «L'atto di indirizzo» dice «contiene il già fatto, sono i contenuti del piano di edilizia di vent'anni fa. Nessuna decisione su nuove inziative edilizie. Con una sola eccezione: le risorse per i laboratori di medicina. Ma si tratta dell'acquisto di attrezzature che poi potranno essere spostate altrove».
Nell'atto di indirizzo è indicato un milione di euro. Il riferimento di Collini è, quando verrà, al Not, il nuovo ospedale hub a Trento Sud «A giorni avremo a disposizione Palazzo Consolati, in centro, e lì andranno i laboratori. Ma è chiaro che la futura sede di Medicina dovrà essere vicina all'attività clinica, quindi ad un centro sanitario».
Le cifre del piano.
Complessivamente, per il programma di edilizia universitaria 2004-2023 sono indicati, tra realizzazioni e manutenzioni, 338,45 milioni di euro. Ma, appunto, si tratta di opere già "tirate su": vale, ad esempio, per il 46 milioni della nuova facoltà di Lettere in via Tommaso Gar, per gli 89 e oltre milioni per il nuovo polo scientifico di Povo, per i 25 milioni per l'ex Manifattura Tabacchi a Rovereto... Tutte opere realizzate.
Le incompiute dell'Ateneo.
Erano anni, quelli in cui si è impostato il piano edilizio, di vacche grasse quanto a risorse. E Provincia e Ateneo non si risparmiarono. Dopo anni, però, alcune opere sono scandalosamente ferme: anche UniTn ha le sue incompiute. Il caso più clamoroso è quello di Villa Gherta, indicata nel piano 2020-'22 per 8,77 milioni di euro. Palazzo e tenuta di 12 ettari a Povo, furono acquisiti nel 2007 dalla Provincia (Patrimonio del Trentino) per 7,1 milioni e poi passati all'Ateneo. L'allora rettore Davide Bassi assicurò, in assemblea pubblica: «Sarà sede di rappresentanza, una sorta di rettorato in collina per ospitare incontri con delegazioni o workshop.
E il giardino, mantenuto così com'è e particolarmente curato, sarà aperto a tutta la comunità». Impegno non mantenuto. Anche se ora, il rettore Collini (vedi articolo in basso) assicura che l'Ateneo sta concependo un nuovo progetto per Villa Gherta. Nell'aprile 2017, fu l'assessora pro-tempore all'università, Sara Ferrari , a rispondere ad una interrogazione di Maurizio Fugatti , oggi presidente della Provincia, che le chiedeva conto del mancato utilizzo della villa di Pantè di Povo. Ferrari provò a spiegare perché, per Villa Gherta, ci si è limitati alla mera attività di manuntenzione, richiamando «il mutato orientamento complessivo degli interventi universitari, determinato dai nuovi scenari di finanza pubblica, che ha determinato la necessità di un ripensamento generale delle possibilità e delle priorità di investimento coerenti con il piano strategico dell'Ateneo».
L'Augsburgerhof per lo sport.
Nel piano 2020-'22, ricompare anche, alla voce "Edilizia sportiva", l'acquisto e la ristrutturazione dell'Augsburgerhof di Valcanover (Pergine Valsugana) per 1,85 milioni di euro. L'Ateneo, con rettore Massimo Egidi che ne volera fare una "facolty house", lo acquistò nel 1999 per 1,6 miliardi di vecchie lire. Il progetto redatto allora prevedeva 25 stanze per studenti e docenti a rotazione, spazi per seminari e prato digradante verso il lago. Niente di che, tanto che il Comune revocò poi ad UniTn la licenza di pubblico esercizio in capo alla struttura ricettiva.