Sfratti e pignoramenti, l'incubo che ritorna Dal 24 ottobre terminerà la sospensione
Nel 2019 hanno perso la casa, il laboratorio artigiano, il piccolo albergo 820 famiglie e piccole e micro imprese, qualcuna in meno delle 839 del 2018 (-2,3%) ma nettamente di più del 2017 (+8,9%). Sul totale dei provvedimenti, 567 erano pignoramenti, 253 sfratti. Quest'anno le procedure sono state bloccate quasi subito a causa dell'emergenza Covid, anche se un centinaio di pignoramenti sono stati definiti tra gennaio e marzo. Tra i pignoramenti immobiliari, sono stati congelati solo quelli sull'abitazione principale. In pratica però, con lo stop all'attività dei tribunali, esecuzioni e aste sono rimaste quasi completamente ferme.
Ora però il blocco termina. Gli uffici giudiziari hanno ripreso a lavorare. Il 24 ottobre finisce lo stop ai pignoramenti immobiliari alla prima casa. Il 31 dicembre termina la sospensione degli sfratti per immobili abitativi e non, ma è già finito il blocco dei rilasci di alloggi Itea. Così sono a rischio di perdere la casa o il luogo di lavoro 1.100 famiglie, aziende familiari, piccole imprese.
L'anno scorso, secondo i dati resi noti da poco dal ministero dell'Interno, in Trentino sono stati emessi 253 provvedimenti di sfratto, il 4,5% in meno dell'anno precedente. Di essi, 73 riguardano il capoluogo, 180 il resto della provincia. Come al solito la gran parte degli sfratti, 238 cioè il 94%, è per morosità, i restanti 15 per finita locazione. Gli sfratti eseguiti sono 82, le richieste di esecuzione 180. Quindi all'inizio di quest'anno c'erano 98 procedure di sfratto richieste e non ancora eseguite. Dallo scoppio della crisi del Coronavirus, gli sportelli dei sindacati degli inquilini, come il Sunia della Cgil e gli altri di Cisl, Uil, Acli, hanno ricevuto decine di segnalazioni di persone e famiglie in difficoltà nel pagare l'affitto a causa della perdita del lavoro o della riduzione del reddito. Quindi gli sfratti pendenti potrebbero essere più di 100.
La situazione dei pignoramenti immobiliari è stata fotografata dal monitoraggio del distretto giudiziario di Trento al 31 marzo di quest'anno. Nel 2019 i pignoramenti definiti sono stati 567, di cui 449 al tribunale di Trento e 118 al tribunale di Rovereto. Nei primi tre mesi di quest'anno si contano altre 109 esecuzioni, di cui 77 a Trento e 32 a Rovereto. I provvedimenti pendenti al momento dello stop sono 963, di cui 762 nel circondario di Trento e 201 nel circondario di Rovereto. «Fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria abbiamo sollecitato la Provincia per affrontare il problema della casa e coinvolgere rappresentanti di inquilini e proprietari per trovare una soluzione alle situazioni di difficoltà ma non c'è stata risposta - afferma Manuela Faggioni del Sunia - Abbiamo lavorato con gli studenti universitari, con l'Udu in particolare, e tentato di coinvolgere i proprietari.
La situazione è stata gravissima per mesi, con posti di lavoro persi e cassa integrazione, e la prossima stagione invernale non si annuncia migliore. Serve un sostegno al reddito delle famiglie per pagare affitti e canoni, ma Trento è l'unica regione fuori dal Fondo nazionale per le famiglie in difficoltà e la morosità incolpevole». Qualche giorno fa il governo ha rifinanziato il Fondo nazionale di sostegno alle locazioni con 140 milioni di euro per le famiglie a basso reddito e 20 milioni per gli studenti fuori sede, ma la Provincia di Trento non è tra i destinatari di queste risorse.
Il Sunia riceve «svariate decine di segnalazioni» presso gli sportelli di Trento e Rovereto. «Agli studenti forniamo indicazioni - precisa Faggioni - Alle famiglie possiamo dare solo informazioni personalizzate perché non c'è un intervento concordato con la Provincia». Faggioni ricorda infine che, se gli sfratti sono bloccati fino a fine anno, i rilasci per altre motivazioni di appartamenti Itea non lo sono più. «Dobbiamo però capire se tra le motivazioni c'è la perdita di lavoro causa Covid». Sui pignoramenti sta invece lavorando l'avvocata Barbara Maseri di Sos Utenti: «Ci sono delle opportunità che arrivano dal Fondo salva casa previsto dalla scorsa legge finanziaria nazionale. Si apre la possibilità che investitori sociali intervengano sulle case espropriate a debitori in difficoltà, con soluzioni perché la persona pignorata possa continuare ad abitare nella sua casa pagando un affitto e con possibilità di riscatto».