Covid e carenze negli ospedali In Calabria il governo rimuove il commissario alla sanità
Una vera e propria bufera. È quella che ha investito dopo un’intervista alla trasmissione di Raitre «Titolo V» il commissario per il rientro del debito sanitario della Calabria, il generale dei carabinieri in pensione Saverio Cotticelli, che alla fine si è dimesso.
Cotticelli, in sostanza, ha sostenuto di non essere lui l’incaricato di redigere il piano anti Covid salvo poi «scoprire» da una comunicazione del ministero - giunta ai primi di novembre dopo una richiesta di chiarimenti di un paio di mesi prima - di essere proprio lui quello che doveva preparare il piano: «Si sono io. Per la prossima settimana sarà pronto. Cosa vuole che le dica - ha tentato di smarcarsi - tanto io domani mattina sarò cacciato».
Parole profetiche, visto che in mattinata è intervenuto direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per dire che Cotticelli «va sostituito con effetto immediato.
Anche se il processo di nomina del nuovo commissario prevede un percorso molto articolato - ha aggiunto il premier - voglio firmare il decreto già nelle prossime ore». Decisione confermata da fonti del ministero della Salute che hanno fatto sapere che «già nelle prossime ore è prevista la nomina del nuovo Commissario». «Ho firmato le dimissioni stamattina. Ho già fatto tutto, ho preceduto il premier Conte. Sono andato al ministero della Salute, dal ministro Speranza, e siccome era previsto pure il Mef, ho firmato anche lì» ha assicurato Cotticelli in serata, affermando che «non è vero» che alla Calabria manchi un piano Covid e annunciando dichiarazioni.
L’intervento di Conte e del ministero, tuttavia, non hanno smorzato le polemiche.
Anzi le hanno rinfocolate, in una regione dichiarata «zona rossa» per il rischio diffusione Covid non tanto per il numero di contagi - estremamente ridotto rispetto ad altre realtà - ma piuttosto per le carenze della rete ospedaliera sulle terapie intensive, ma più in generale di carenze di posti letto in assoluto. Tanto che il delegato per l’emergenza Covid della Regione Calabria, è intervenuto per spiegare che la rimodulazione dei dati dei ricoverati Covid si è resa necessaria perché è emerso «che, a causa della temporanea carenza di posti letto nei reparti di degenza ordinaria e di terapia sub-intensiva, alcuni pazienti, che non avevano bisogno di ventilazione meccanica assistita, erano stati ricoverati in Rianimazione».
E quando il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto per sostenere che «la scandalosa inadeguatezza del commissario Cotticelli dimostra la scandalosa inadeguatezza di tutto il governo», la polemica ha accantonato la questione sanitaria per farsi squisitamente politica con il centrodestra ad attaccare il governo Pd-M5S per la nomina di Cotticelli ed il Pd ad evidenziare che era stato il Governo Lega-M5S, il 7 dicembre 2018, a nominare Cotticelli, poi confermato il 19 luglio 2019.
Tutti, comunque, sono stati concordi nel chiedere l’allontanamento di Cotticelli.
Un provvedimento atteso anche dal presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì che ha invocato a gran voce la fine del commissariamento - che in Calabria va avanti da 12 anni senza però avere rimesso a posto il settore né sotto il profilo economico né su quello dell’assistenza - alla luce anche della necessità di prendere misure urgenti per contrastare il diffondersi del Covid (oggi 392 nuovi contagiati, record dall’inizio della pandemia).
«La Regione è stata esautorata dalla gestione degli interventi affidati dai Ministeri alla struttura commissariale» ha detto Spirlì. Risorse, gli ha fatto eco il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini nel corso di un’assemblea convocata appositamente per chiedere l’uscita dalla «zona rossa», che non sarebbero neanche state utilizzate tutte. «Sono stati assegnati 115 milioni di euro - ha detto Tallini - ma nelle casse ne sono arrivati solo 45. Che fine hanno fatto gli altri 70 milioni? E cosa ne ha fatto la struttura commissariale dei 45 milioni? Ne ha utilizzati solo 30 lasciandone nei cassetti 15,una somma enorme che sarebbe bastata ad aprire 150 posti di terapia intensiva».
E mentre le polemiche vanno avanti, la Calabria continua ad avere un urgente bisogno di strutture e posti letto ospedalieri.