Ambiente, attivisti al Muse «No al greenwashing di Eni aiutato dal museo trentino»
No all'accordo di collaborazione fra il Museo delle scienze di Trento (Muse) e la multinazionale italiana dell'emergia, l'Eni, definito un'operazione di "greenwashing": lo hanno ribadito ogig, con una conferenza stampa, XR-Extinction Rebellion Trentino, Yaku e Rise Up.
«Lo avevamo promesso - scrivo in una nota per i media - lo scorso 21 ottobre, durante il primo incontro del ciclo Muse Loop, in partenariato con la multinazionale Eni. In occasione del secondo incontro che il Muse dedica alla sostenibilità ambientale, associazioni e gruppi si mobilitano per denunciare l’irricevibile accordo con la grande compagnia energetica accusata di violazione dei diritti umani, disastro ambientale e denunciata per pubblicità ingannevole.
La multinazionale che approda al Muse è la stessa che tenta di influenzare il dibattito pubblico sull'ambiente e sull'economia circolare stipulando accordi con il ministero dell'istruzione per l’insegnamento dell’educazione ambientale nelle scuole e finanziando importanti case editrici come la Fondazione Feltrinelli.
All'interno del ciclo di incontri “Muse Loop” vengono promossi progetti di Eni legati alla sostenibilità che hanno comprovate criticità rispetto all’approvvigionamento interno di materie prime locali e rispetto al concetto di economia circolare.
Queste criticità non hanno potuto trovare spazio durante il primo incontro che si è svolto con un'unica voce: quella di Eni.
Alla vigilia del secondo incontro “Diversità e forza”, con il cantautore Simone Cristicchi ed il paesaggista Luca Mori - ed ovviamente la consueta voce di Eni, che questa volta avrà il volto dell’esperta Filomena Castaldo - Yaku insieme a XR - Extinction Rebellion Trentino e Rise Up rimarcano il proprio dissenso per l'avallo di un’operazione così marcatamente di greenwashing da rendere ipocrita il silenzio».
«Contro il greenwashing di Eni - osservano i rappresentanti di yaku - e al fianco delle comunità in lotta. Verso il Trentino per i diritti umani. Yaku ha fatto della lotta contro le politiche estrattiviste uno dei fulcri della propria azione politica ed informativa. Impegnati in una settimana dedicata alla difesa dei difensori dei diritti umani – con la rassegna patrocinata dal Comune di Trento “Il Trentino per i diritti umani” – dal 19 al 21 novembre (info su Yaku.eu) – non possiamo che prendere le distanze da quei soggetti che creano le condizioni nei territori – attraverso devastazioni ambientali e violazioni dei diritti fondamentali – che mettono in pericolo attiviste/i, popolazioni indigene e comunità territoriali."
Dichiarazione di Extinction Rebellion Trentino (XR)
Riteniamo doveroso tenere informata la cittadinanza sulle pratiche di Greenwashing che ENI sta compiendo all’ interno degli spazi dediti alla conoscenza non solo all’interno del MuSe, bene comune della comunità trentina, ma sul tutto il territorio nazionale».
Gli esponenti di Rise Up aggiungono: «Poche settimane fa, attivist* del centro sociale Bruno e di Rise Up for climate justice, hanno interrotto la conferenza di Eni presso il Muse di Trento per denunciare la finta facciata "green" che l'azienda italiana cerca di costruirsi.
La stessa azienda mandante del blitz al centro sociale Rivolta di martedì 20 Ottobre, luogo che ha ospitato la seconda edizione del Climate Camp, in cui sono stati sequestrati dati sensibili dei partecipanti, raccolti per garantire la sicurezza e la salute di tutt* in caso di contagi durante il Camp.
Questo atto di repressione mira esattamente a colpire chi combatte tutti i giorni per la giustizia climatica. Non a caso vari gruppi d'azione politica hanno individuato proprio ENI come il primo nemico dell'ambiente nel nostro paese. Per questo invitiamo a partecipare all'assemblea nazionale telematica di Rise Up for Climate Justice, una nuova rete internazionale tra realtà e movimenti, capace di collegare le lotte climatiche (e non solo) nei vari territori, durante la quale verrà lanciata una nuova data a maggio per colpire direttamente il summit di ENI. Sappiamo chi è il vero criminale».