Covid, Roma aggiorna le aree di rischio Fugatti: il Trentino dovrebbe restare zona gialla
Forse solo l'Abruzzo oggi cambierà "colore" anche per Roma, diventando formalmente zona rossa nazionale (ma lo è già da tre giorni per ordinanza regionale).
Per tutte le altre potrebbero non esserci cambiamenti, secondo le prime indiscrezioni sulla nuova valutazione della cabina di regia che verifica l'andamento dei 21 indicatori epidemici.
«Il Trentino dovrebbe rimanere zona gialla», ha confermato stasera il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, nel corso della consueta videoconferenza stampa di aggiornamento sul covid. «Ho avuto un’interlocuzione informale con il ministro Speranza: pur attendendo la dichiarazione dell’Istituto superiore di sanità il nostro territorio dovrebbe rimanere zona gialla. Non voglio però sbilanciarmi prima dell’ufficialità», ha spiegato.
A quanto risulta - ha aggiunto - l’Rt del Trentino sarebbe in discesa, attestandosi all’1,03 contro l’1,32 registrato la scorsa settimana.
Ma ora questa lettura passa al comitato tecnico scientifico (Cts) che farà le proprie valutazioni finali sulla base delle quali il governo, cioè il ministro della salute, adotterà eventuali ordinanze.
Trapelano per ora solo le prime informazioni sul monitoraggio covid settimanale sulla base del quale si classifica il grado di rischio di Regioni e Province autonome. Il Trentino, stando a indiscrezioni non confermate, potrebbe conservare lo status attuale, così come tutte le altre aree, salvo l'Abruzzo.
Nella bozza si suggerisce tuttavia l'adozione di ulteriori misure di mitigazione del rischio alle Regioni e Province autonome attualmente in bilico, cioè a rischio moderato (giallo, come il Trentino) ma con un trend che probabilmente le porterebbe il prossimo mese a scivolare nella fascia di rischio alto.
Nel caso della provincia di Trento Provincia Trento (malgrado un Rt sceso a 1,03) vi sarebbero già in effetti gli estremi del rischio alto, specie a causa della pressione ospedaliera.
La Provincia di Bolzano presenta un Rt di 1,16 (classificata a rischio alto, scenario 2)
Parimenti viene respinta la richiesta di Regioni rosse che registrano un miglioramento sensibile di poter passare alla fascia arancione o gialla o almeno di disaggregare la classificazione su base provinciale pèer far "avanzare" i territori meno toccati dall'epidemia. Troppo presto, secondo gli esperti ministeriali, per abbassare la guardia: meglio aspettare un'altra settimana per un aggiornamento.
Allo stato, gli indicatori più recenti restituirebbero l'assenza di regioni rosse, una prevalenza di gialle, con Abruzzo, Basilicata e Toscana arancioni.
Cala intanto l'indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici: ora la media nazionale è pari a 1,18.
Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni e Province italiane; da questa settimana in alcune il valore di Rt stimato è inferiore a 1.
Nel monitoraggio della scorsa settimana si rilevava un indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici pari a 1,43. Si riscontravano inoltre valori medi di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle aree istituzionali e superiori a uno in tutte.
Al 17 novembre, inoltre, 18 Regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva.
Se si mantenesse l'attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni hanno una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro un mese.
L'aumento continuo delle persone con covid-19 ricoverate negli ospedali implica un'inevitabile erosione delle risorse per l'assistenza ai pazienti con altre malattie, rileva ancora la bozza del monitoraggio Iss-ministero.
Questa settimana si osserva un ulteriore incremento dei casi che porta l'incidenza negli ultimi 14 giorni a 732,6 per 100,000 abitanti nel periodo 26/10/2020-08/11/2020 (vs 648,3 per 100,000 abitanti nel periodo 26/10/2020-08/11/2020).
L'aumento di casi è diffuso in quasi tutto il Paese.
«Negli ultimi giorni il numero dei casi comincia ad appiattirsi e questo indica il rallentamento dell'incidenza», ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro alla conferenza stampa al ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di regia. "C'è un 'Italia un pò monocolore perchè epidemia colpisce un pò tutto il Paese . 732 casi per 100mila abitanti è l'incidenza a 14 giorni ma una quota di regioni si muove sotto tale incidenza" sottolinea Brusaferro.
«La probabilita di saturazione dei posti letto, anche quelli attivabili, a 30 giorni, si è un pò allontanata . Ciò vale sia per area medica sia per terapia intensiva. Il rischio è alto in quasi tutto il Paese anche se ci sono segnali di miglioramento, quindi bisogna mantenere con forza le misure adottate» ha precisato Brusaferro.
La strategia di diversificazione dunque sta dando i suoi effetti, come ha osservato il presidente Css, Franco Locatelli, che ha precisato: «Ma dico a chiarissime lettere che questi indicatori di miglioramento e decelerazione della curva devono essere un invito a essere ancora più stringenti e rigorosi. Bisogna scendere a Rt sotto 1. I dati sono indicativi di uno spiraglio significativo che si apre ma questa è una ragione per insistere. Evitiamo di ripetere gli errori della scorsa estate».
Oggi intanto il ministro Roberto Speranza ha firmato un'ordinanza, in vigore da oggi, con cui si rinnovano le misure relative alle Regioni Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d'Aosta.
La nuova ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione.
Le misure restrittive "sono l'unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo. È evidente che provocano sacrifici sul piano economico e culturale, ma come mostrano i numeri preliminari degli ultimi giorni nel nostro Paese, dimostrano di funzionare. Abbiamo, nell'ultima settimana, un livello di Rt, o indice di diffusione del contagio, sceso rispetto a settimana precedente e oggi verranno presentati nuovi dati, ha detto.