Fugatti: «Restare in zona gialla? Non è scontato» Domani la nuova classificazione, parametri più severi Viaggi fra regionii: divieto anche fra Trento e Bolzano
Oggi il Trentino saprà se da domenica, con le nuove classificazioni nazionali, resterà zona gialla covid o se scivolerà nell'arancione, con maggiori restrizioni, come lo stop agli spostamenti fra comuni (salvo da quelli sotto i 5mila abitanti) e la chiusura di bar e ristoranti.
«I nuovi parametri di valutazione sono più severi, quindi ad oggi non è scontato che il Trentino rimanga nella fascia gialla. Oggi in proposito abbiamo molte meno garanzie rispetto alle settimane scorse: solo venerdì lo sapremo», ha spiegato il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, nella conferenza stampa di ieri sera.
Del nuovo dpcm Fugatti e gli altri presidenti si sono nuovamente confrontati con i ministri Boccia (affari regionali) e Speranza (salute. In attesa della versione definitiva del nuovo provvedimento governativo, c'è il decreto che proroga al 30 aprile lo stato di emergenza e che conferma la chiusura dei viaggi interregionali (salvo le consuete deroghe): «Il divieto - ha riferito Fugatti - è stato prorogato fino al 15 febbraio e, purtroppo, anche questa volta implica che gli spostamenti non sono consentiti nemmeno fra il Trentino e l'Alto Adige».
Non è stato possibile, dunque, perseguire la strada, auspicata dalla Provincia autonoma, di un'esenzione per la nostra regione.
Per quanto riguarda gli impianti di risalita, permane l'incertezza sulla concessione o meno, da parte di Roma, della possibilità per le autonomie locali in zona gialla di far riaprire almeno per i residenti. Su questo punto, così come su altri aspetti della gestione della crisi, il presidente trentino ha ribadito le critiche nei riguardi di un'impostazione centralista con la quale, tuttavia, tocca fare i conti evitando forzature, perché anche la giurisprudenza in materia tende a dare ragione a Roma.
Vaccinazioni, 830mila dosi entro settembre
Se sul fronte restrizioni le notizie non sono incoraggianti, qualche novità confortante, almeno in prospettiva, arriva in relazione alle vaccinazioni, mentre nell'immediato le forniture limitate generano criticità e complicano le operazioni all'Azienda sanitaria. «Il commissario Arcuri ci ha assicurato che da qui a settembre il trentino riceverà 830 mila dosi,il che ci consentirebbe in sostanza di avvicinarci all'immunità di gregge», ha fatto sapere il numero uno di piazza Dante.
Oltre a Fugatti ne hanno parlato l'assessora alla salute, Stefania Segnana e il dirigente Giancarlo Ruscitti. La prima ha comunciato di aver incontrato il presidente dell'Ordine, per concordare sia la vaccinazione dei medici di base (120 riceveranno la prima dose sabato) sia il loro coinvolgimento nel piano di 200 inoculazioni al giorno, destinate agli anziani sul territorio, ovviamente in aggiunta a quelle fornite nei punti dell'Apss.
Per parte sua, Ruscitti ha lamentato la scarsità di dosi in arrivo in questa fase, specie in riferimento alle aspettative che aveva suscitato il via libera anche a Moderna, vaccino più facile da gestire dal punto di vista termico rispetto a quello di Pfizer BioNtech. «La buona notizie - ha aggiunto - è che anche inn questo caso da ogni fiala si riuscirà a utilizzare una dose più del previsto, grazie all'impiego di siringhe di precisione: quindi un flacone servirà per undici persone». Nel caso del vaccino Pfizer, la fialetta originariamente indicata per cinque dosi, consente di inocularne sei.
Attenzione all'Rt: ora sopra 1 scatta l'arancione
Per tornare al nodo centrale delel classificazioni di rischio, Fugatti è entrato anche nel dettaglio dei nuovi e più severi parametri, che il governo giustifica col timore di una terza ondata, visto l'andamento preoccupante della pandemia in Paesi vicini al'Italia.
«Le regole sono le stesse, ma cambiano le soglie: la zona rossa non scatterà più con Rt 1,5 ma 1,25, quella arancione da 1 (era 1,25). Quindi con i nuovi parametri chi era in zona gialla non è certo di restarci, anche perché va considerata pure la valutazione del rischio: in queste settimane il Trentino ha oscillato fra il moderato e l'alto, trovadosi in quest'ultima collocazione sette giorni fa.
La settimana scorsa avevamo un Rt di 0,85, ora sarà sicuramente più alto: dove si posizionerà, se sopra o sotto l'1, lo sapremo stanotte o domattina, in base ai calcoli eseguiti dal Cts. Di certo l'Rt nazionale è in crescita, come ci ha spiegato oggi il ministro Speranza: passerà da 1,03 a 1,10-1,15».
Bae e ristoranti: forse salvo l'asporto dopo le 18
Oggi Fugatti ha riferito che i presidenti delle autonomie locali hanno nuovamente manifestato al governo «forte preoccupazione per la situazione di bar, ristoranti, palestre e piccoli negozi, tutti in grande sofferenza per le chiusure, l'incertezza, le riaperture a singhiozzo di questi mesi: servono aiuti rapidi e adeguati».
Fugatti ha spiegato che il fronte regionale è riuscito a convincere il governo a desistere dall'intenzione di vietare anche le vendite da asporto dopo le 18: «Ci hanno fatto sapere che saranno consentite per i ristoranti, mentre si sta valutando se escludere per i bar».
Il presidente trentino ha anche sottolienato che è andata a buon fine la sollecitazione delle Regioni e Province autonome affinché non si reiterasse il sistema di zona arancione generalizzata nei week-end: quindi se un'area è gialla lo resta tutta la settimana.
Piste da sci: «Aspettiamo il dpcm, poi vedremo»
«Sul turismo sciistico - ha detto Fugatti - abbiamo chiasto al governo che gli impianti possano aprire ai residenti quando un'area si trova in fascia gialla.
Sappiamo, infatti, che in ogni caso i viaggi per turismo sono vietati fra le regioni, anche se gialle, fino al 15 febbraio».
Sui margini dell'autonomia speciale per riaprire eventualmente gli impianti anche in assenza di un via libera nel dpcm, il presidente è stato assai cauto
Ha ricordato, infatti, che tentativi come quello messo in atto dalla Regione autonoma Valle d'Aosta (fra l'altro con una legge, non una semplice ordinanza), finiscono per essere rapidamente impugnati e «nel caso specifico proprio oggi la Consulta ha dato ragione al governo».
Fugatti ha menzionato anche il tentativo fatto da Trento in autunno, con l''ordinanza che estendeva l'apertura dei ristoranti alle 20 mentre il dpcm prevedeva la chiusura alle 18: durò una settimana
«Quindi prima vediamo la nuova classificazione, valutiamo i margini presenti nel dpcm e qualora decidessimo di andare oltre sapremmo che ci arriverebbe l'impugnativa. Con la giurisprudenza che in un eventuale contenzioso sulle norme covid tende a dare ragione alle posizioni del governo. Perciò bisogna valutare e ponderare bene. Si tratta anche di una questione di rispetto istituzionale e di buon senso.
Insomma, evitiamo di finire in questo momento con un "armiamoci e partite"...».