Universiadi, condanne in appello Due anni a Luisa Zappini e Ivan Pilati, 20 mesi a Corrado Buratti
La corte d'appello di Trento ieri ha confermato la sentenza di primo grado per un'ipotesi di turbativa d'asta in relazione ad un appalto per le Universiadi del 2013 disputate in Trentino. Le pene inflitte dal Tribunale sono state dunque confermate: 2 anni di reclusione all'ex dirigente dell'Agenzia Centrale unica emergenza (Cue) Luisa Zappini, difesa dall'avvocato Nicola Stolfi; 2 anni di reclusione sono stati confermati anche all' ex dirigente responsabile di area di Trento Rise, Ivan Pilati, difeso dall'avvocato Giovanni Rambaldi; infine 1 anno e 8 mesi (con il beneficio della sospensione condizionale) a carico del titolare dell'impresa Ice&Fire di Mezzocorona, Corrado Buratti, difeso dall'avvocato Zeno Perinelli.
Il procedimento penale fa parte del filone di inchieste nate dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza sul consorzio Trento Rise. Nel mirino finì un Pcp (Pre -commercial procurement) con cui venne affidato un incarico alla ditta di Mezzocorona. Gli investigatori, coordinati dal pm Pasquale Profiti nell'analizzare materiale probatorio sequestrato nel corso di altri filoni di indagine su Trento Rise, si erano imbattuti in alcune e-mail intercorse tra Luisa Zappini, che all'epoca lavorava alla creazione del Cue, e Ivan Pilati.
Secondo l'accusa vi sarebbe prova - ma la difesa nega - che fu concordato l'affidamento di un incarico per le Universiadi alla Ice&Fire per la realizzazione e la messa in opera di «un sistema evoluto di analisi immagini, monitoraggio attivo e supporto alle decisioni nella gestione di grandi eventi e calamità pubbliche». In pratica era prevista l'installazione di telecamere intelligenti in grado di segnalare alla centrale operativa a Trento situazioni anomale e di potenziale rischio.
Trento Rise avrebbe escluso ogni confronto concorrenziale giustificando la procedura con la necessità di procedere in tempi molto rapidi, mentre secondo la procura sarebbe stato necessario pubblicare un bando di gara o almeno ottenere offerte da una pluralità di concorrenti. Invece il compenso erogato a favore di Ice&Fire non sarebbe stato sottoposto ad alcuna reale valutazione di congruità.