«Vaccini, gli assistenti sociali dimenticati». Rosignoli (Ordine): noi a contatto con persone fragili
Rosignoli (Ordine): noi a contatto con persone fragili
In prima linea nei servizi territoriali di Comuni e Comunità di valle, ma anche all'interno dell'Azienda sanitaria, nel Servizio dipendenze e alcologia, tra le corsie dell'ospedale e delle case di riposo: gli assistenti sociali si collocano tra i professionisti maggiormente impegnati anche sul fronte dell'emergenza Covid-19 perché a contatto con chi è più esposto a rischi e meno tutelato.
Eppure la categoria non rientra tra quelle che hanno la precedenza nella somministrazione del vaccino.
«A oggi l'unica assistente sociale vaccinata sono io, che ho ricevuto la prima dose il 13 gennaio insieme ai presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie e sociali aderendo senza esitare alla campagna di sensibilizzazione perché convinta che vaccinarsi significhi assumersi una responsabilità nei confronti della collettività fa sapere la presidente dell'Ordine regionale degli assistenti sociali Angela Rosignoli il mio auspicio è che, come si è già provveduto a vaccinare i colleghi delle professioni sociosanitarie, venga fatto altrettanto con gli assistenti sociali affinché siano messi nelle condizioni di poter riallacciare le relazioni con la cittadinanza più fragile e più colpita dal virus».
Rosignoli ricorda come il «Piano per la salute del Trentino 2015-2025» assuma come presupposti la definizione della salute come «benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia» e non è quindi un affare solo per medici e infermieri. Anche per questo Rosignoli è preoccupata per il mancato coinvolgimento degli assistenti sociali nel Consiglio sanitario provinciale riunitosi ieri: «È vero che la legge che lo istituisce prevede la presenza al suo interno solo di rappresentanti delle professioni sanitarie, ma alle ultime due sedute, alle quali avevamo partecipato sottolinea era stato sostenuto da parte di tutti i presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie il nostro coinvolgimento, convinti del fatto che non considerare il sociale l'altra gamba della salute sia miope».