Operatori sanitari trentini non vaccinati, si studiano le contromisure: "Non è caccia alle streghe, ma abbiamo avviato i colloqui"
La Provincia spiega come intente procedere in particolare con il quasi 20% di infermieri che non risulta essersi sottoposto alla sommistrazione. Il dirigente Ruscitti: "La fase di sospensione deve seguire un colloquio diretto con la persona interessata". Oggi incontro dell'assessora Segnana con i presidenti degli Ordini coinvolti, per coordinare le prossime mosse e sensibilizzare chi finora ha rifiutato il vaccino e che adesso viene contattato per fornire spiegazioni
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TRENTO. In Trentino sono in tutto 18.000 gli operatori sanitari e circa 5.500 non hanno ancora aderito alla vaccinazione. "Facendo un focus sull'Azienda sanitaria, gli eleggibili al vaccino erano 7.155 persone e di queste ne abbiamo 1.436 che ancora non si sono vaccinate": lo spiega il direttore del Dipartimento prevenzione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Antonio Ferro.
"Per quanto riguarda le coperture vaccinali, sempre riferite ai dati della nostra Azienda, arriviamo per i medici all'89%, un dato molto positivo perché a questa percentuale va aggiunto un altro 7-8% di medici che avendo fatto il covid non sono ancora in tempo per la vaccinazione.
La percentuale di copertura degli infermieri è invece dell'81%, inferiore di quasi dieci punti, ma è un dato che rispecchia quello che succede nel resto d'Italia".
Delle misure messe in atto per incentivare la vaccinazione nel mondo sanitario oggi, in conferenza stampa, ha parlato il dirigente generale del dipartimento salute e politiche sociali della Provincia, Giancarlo Ruscitti: "Non stiamo facendo la caccia alle streghe. Abbiamo completato l'identificazione di coloro che non risultano vaccinati.
Il decreto legge dice che queste persone vanno contattate individualmente per comprendere se si sono vaccinate in altre province o se hanno dei motivi per cui non si sono vaccinate.
Siamo in una fase di colloquio con loro e con i datori di lavoro, perché non parliamo solo di sanitari che lavorano per l'Azienda provinciale ma anche di persone che lavorano in strutture sanitarie e socio sanitarie e hanno questo titolo.
La fase di sospensione deve seguire un colloquio diretto con la persona interessata", ha aggiunto Ruscitti.
L'assessora provinciale alla salute, Stefania Segnana, ha spiegato che oggi c'è stato un confronto con Marco Ioppi e Daniel Pedrotti, presidenti rispettivamente dell'Ordine dei medici trentini e di quello delle professioni infermieristiche.
Obiettivo, fare il punto sulla vaccinazione obbligatoria degli operatori della sanità e coordinare le prossime mosse.
"Un incontro per condividere le scelte e il percorso da fare insieme agli Ordini professionali per sensibilizzare il personale sanitario sull'importanza della vaccinazione, a tutela di sé stessi, dei pazienti e della collettività".
Nell'incontro - precisa una nota della Provincia - è stato concordato l'invio, da parte di Apss, di una lettera agli operatori sanitari proprio per sensibilizzare i destinatari sull'importanza dell'immunizzazione anti-coronavirus.
L'Ordine dei medici e quello delle professioni infermieristiche hanno confermato la piena collaborazione con l'assessorato e l'Azienda sanitaria per le prossime iniziative. Con l'obiettivo di "accompagnare a una decisione consapevole il più ampio numero di operatori, anche con iniziative in partnership con l'assessorato e l'Azienda sanitaria e in generale con l'attività di sensibilizzazione".
In Alto Adige i sanitari non vaccinati sono circa il 25%: dunque, un operatore sanitario su quattro non si è ancora sottoposto alla sommnistrazione.
Sono infatti oltre 5.700 i sanitari nelle strutture pubbliche e private ancora non immunizzati.