Manovra anti Covid, l’opposizione boccia la giunta: “Senza coraggio, non si guarda al futuro”
Alessandro Olivi: “Manca una traiettoria su cui discutere e costruire, ad esempio, nuove forme di turismo, non c'è un disegno per il sostegno di investimenti in ricerca, in questo momento importante, sul fronte della filiera medicale o per la formazione degli stagionali”
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TRENTO. «Una manovra senza sorprese ma anche senza ambizioni, che vadano oltre il contingente, rappresentato dai necessari indennizzi alle imprese, che con circa 128 milioni assorbono circa la metà di questa variazione di bilancio. Non c'è niente che possa rappresentare, invece, uno spunto per il futuro».
Il consigliere provinciale del Pd, Alessandro Olivi, ex vicepresidente della Provincia ora all'opposizione è molto critico riguardo ai contenuti della manovra di aiuti Covid, che ha finalmente preso corpo con il deposito degli emendamenti della giunta Fugatti, con cui sono stati definiti gli stanziamenti di risorse.
«Quello che dispiace - sostiene Olivi - è che non si vede un'idea di fondo, una traiettoria su cui discutere e costruire, ad esempio, nuove forme di turismo, non c'è un disegno per il sostegno di investimenti in ricerca, in questo momento importante, sul fronte della filiera medicale o per la formazione degli stagionali. Quando ho chiesto al presidente Fugatti un confronto su alcune cose strategiche e innovative da fare sulle infrastrutture, il turismo, il lavoro la formazione, con la gestione dei soldi del Recovery, proponendo il Trentino come capofila di un progetto per la montagna, mi ha risposto che non può fare piani finché non sappiamo quanti soldi ci arriveranno da Roma per il Recovery e dalle altre partite aperte relative agli arretrati e al patto di garanzia. Ma quando sapremo quanti sono i soldi dovremmo già essere pronti per decidere cosa farne».
Il consigliere del Pd, che in materia di indennizzi Covid ha presentato anche un suo disegno di legge con alcune proposte, ha depositato anche alcuni emendamenti alla manovra della giunta. Tra questi ce n'è uno che prevede lo stanziamento di 500.000 euro per favorire la creazione e lo sviluppo di imprese a partecipazione femminile. In particolare, Olivi chiede di integrare i fondi di garanzia per un accesso più facilitato e più rapido al credito da parte delle imprenditrici. «Le donne - sottolinea infatti Olivi - è dimostrato che hanno più difficoltà ad ottenere i prestiti dagli istituti di credito».
Anche il consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni, ha presentato alcuni emendamenti tra cui uno che mira ad estendere il rimborso dei tamponi effettuati per i dipendenti oltre che alle ditte di autotrasporto anche ad altre aziende secondo i requisiti che dovranno essere stabiliti dalla giunta e poi vuole introdurre una norma a tutela delle varie associazioni di volontariato locali che svolgono servizio di trasporto e soccorso con ambulanza dalla concorrenza di onlus provenienti da fuori provincia.
L'ex governatore Ugo Rossi (Azione) ha proposto invece un emendamento che prevede misure straordinarie per la sospensione del pagamento di rate di mutui concessi alle imprese e anche la possibilità di ottenere contributi anche da parte di imprese che hanno iniziato l'attività dal primo gennaio al 31 dicembre 2020, ovvero nell'anno della pandemia.
Filippo Degasperi, consigliere provinciale di Onda Civica, propone invece di introdurre l'esclusione dell'accesso ai contributi degli operatori economici che al momento della richiesta hanno sede legale nei paradisi fiscali e anche alle società che hanno anche solo un socio con sede legale in Olanda, Lussemburgo, Irlanda, Malta Cipro, Ungheria.Intanto, ieri, con un comunicato la Provincia ha evidenziato che nella manovra da 230,4 milioni si prevedono anche 200 milioni destinati a opere pubbliche (100 milioni di nuovo debito autorizzato però sul bilancio 2023) e 100 milioni che saranno resi disponibili nel 2021 «liberando garanzie della Provincia, per un pari importo, su operazioni precedenti di società controllate e collegate le quali saranno in grado di far fronte al proprio indebitamento senza la garanzia provinciale». Il tetto delle fidejussioni sale a 300 milioni.