Scuola per l’infanzia verso lo sciopero. Uil: “Costretti a difendere i nostri diritti”
La giunta provinciale non intende fare nessuno passo indietro: confermata l’apertura fino a fine luglio. Le insegnanti non ci stanno
I NUMERI Scuole d'estate, quante sono gli iscritti
LA DENUNCIA Istanza legale di un gruppo di maestre contro la Provincia
LA LETTERA Gli insegnanti ai genitori di 12 scuole: «Ecco perché è un errore»
LA DECISIONE Le maestre protestano
IL GARANTE "Ai bambini nel periodo estivo servono anche altre esperienze"
TRENTO. Non c’è pace per le scuole dell’infanzia. Mentre la giunta provinciale conferma l’apertura a luglio, sbandierando l’iscrizione di ben 7mila bambini, circa la metà di tutti i piccoli della fascia zero - 6 anni, le maestre mantengono le loro posizioni, difendendo professionalità e progettualità, respingendo con forza la logica che vede la contrapposizione tra famiglie e insegnanti.
E mentre si moltiplicano le assemblee, l’ipotesi di uno sciopero che finora era stato solo annunciato, diventa sempre più realtà concreta visto che ormai ci si avvicina all’ultima tappa prevista da quella che si chiama “procedura di raffreddamento”, ovvero quell’insieme di azioni collegate alla sospensione di un “servizio essenziale”.
«Abbiamo proclamato lo stato d’agitazione il 14 maggio - spiega Marcella Tomasi segretaria Uil Fpl - quindi c’è stato l’incontro di conciliazione il 21 e lunedì prossimo si terrà quello al commissariato del Governo. Se non si troverà l’accordo, dopo i dieci giorni previsti, ogni giorno può essere quello buono per scioperare. Non l’avremmo mai voluto, ma se la politica non ci ascolta, da lavoratori non abbiamo altra scelta: i servizi sono sacrosanti, ma sono fatti da persone che vanno rispettate».
La Uil rimanda al mittente le accuse di mettere in difficoltà le famiglie e l’accusa di non voler rinunciare alle ferie. «Non si può dire sempre di sì anche quando le conseguenze sono così impattanti in un settore strategico e che ha lavorato in condizioni difficilissime come è accaduto quest’anno di Covid con la scuola dell’infanzia».
Andrea Grosselli, segretario generale Cgil del Trentino, che a suo tempo aveva invitato le maestre a desistere dall’ipotesi di uno sciopero pur riconoscendo la validità delle rimostranze, ritorna sul discorso delle difficoltà delle famiglie « enalizzate dall’assenza di servizi accessori portati avanti dalle cooperative, strutture che senza aiuti provinciali rischiano di venire meno». «Su 14mila famiglie - sottolinea - conta la metà che non ha scelto l’asilo a luglio, e che in più si ritrova senza alternative». Intanto, ben 262 maestre di tutto il Trentino hanno firmato una lunga lettera di protesta.