Assestamento di bilancio, sindacati critici con Fugatti: “Basta interventi-spot e no al commissariamento di Apss”
Manovra invece approvata dai rappresentanti delle categorie economiche. Manzana (industriali): “Dobbiamo aumentare la produttività”. Cgil, Cisl e Uil tornano a premere sul fronte dei contratti pubblici
TRENTO. Mattinata di audizioni sull’assestamento in Prima Commissione, presieduta da Vanessa Masè della Civica. Sono stati ascoltati i rappresentanti delle categorie economiche che, in linea di massima, hanno approvato la manovra di assestamento anche se differenze sono emerse in particolare sul tema degli aiuti alla capitalizzazione delle imprese.
Il presidente degli Industriali Manzana, senza sminuire il ruolo delle micro imprese che costituiscono il 30% della struttura produttiva, ha sottolineato la necessità di puntare, per la patrimonializzazione, su quelle minimamente strutturate per incrementare la produttività che, seppur in linea con la media del Paese, è nettamente inferiore a quella del vicino Alto Adige.
Linea dura contro l’assestamento da parte del sindacato. ”Senza riforme e senza politiche di programmazione – hanno detto – il Trentino non potrà contare su una crescita solida. È tempo, dunque, che la Giunta provinciale abbandoni le scelte spot che hanno caratterizzato le manovre finanziarie di questo ultimo biennio per affrontare in modo strutturale e lungimirante il rilancio dell'economia locale”.
Preoccupazione è stata poi espressa per il possibile commissariamento dell'Azienda sanitaria, meglio "un incarico ad interim in attesa del nuovo direttore generale". C'è poi il tema della riforma istituzionale che dovrà puntare ad una maggiore integrazione tra amministrazioni comunali, prerequisito indispensabile per introdurre innovazioni organizzative nel lavoro pubblico, per aumentarne la produttività e migliorare i servizi al cittadino e alle imprese.
Infine il fronte dei contratti pubblici. Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato "uno specifico stanziamento per il rinnovo dei contratti collettivi provinciali del comparto autonomie locali, scuola e sanità anche in considerazione del fatto che i bilanci provinciali del 2020 e del 2021 non hanno subito alcuna decurtazione a causa della crisi pandemica. Non c'è quindi alcuna giustificazione finanziaria - hanno detto i segretari - al fatto che lo Stato abbia già stanziato le risorse necessarie al rinnovo contrattuale, e la Provincia no".