Polemica sul minuto di silenzio per Borsellino in Consiglio. De Godenz: "Ci ricordiamo di un morto e non dei 268 di Stava"
Cavada (Lega): «È stato un evento che ha colpito molto la valle e mi sembrava giusto ricordarlo»
TRENTO. "Non voglio creare polemica ma ci ricordiamo di un morto e non di 268". Così il consigliere provinciale Pietro De Godenz (Upt), in Consiglio provinciale a Trento. Un attimo prima si era concluso il minuto di silenzio, richiesto dall'assessore all'Istruzione Mirko Bisesti e autorizzato dal presidente Walter Kaswalder, per ricordare la strage di via d'Amelio, di cui oggi cade il 29/o anniversario, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta.
Il 19 luglio, però - ha ricordato De Godenz - c'è un'altra data, particolarmente dolorosa per il Trentino, la tragedia di Stava del 1985, quando il cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel provocò la morte di 268 persone sfigurando la vallata e lasciando una cicatrice perenne nella memoria collettiva. Un appello, quello di De Godenz, raccolto anche dal consigliere della valle di Fiemme Gianluca Cavada (Lega): "Volevo ricordare anch'io l'evento di Stava, a cui ho assistito perché frequentavo la scuola alberghiera che era finita da circa un mese. È stato un evento che ha colpito molto la valle e mi sembrava giusto ricordarlo", ha detto.
A quel punto è intervenuta Sara Ferrai (Pd), che ha chiesto anche Stava un minuto di silenzio. Kaswalder ha acconsentito ricordando di aver già detto in precedenza che avrebbe volentieri partecipato alle cerimonie previste nel corso della giornata, se non fosse stato necessario presiedere il Consiglio provinciale.