Provincia / Il progetto

Elisoccorso, c’è apertura ai privati. Possibile creazione di due nuove basi oltre a Mattarello

Disegno di legge di Guglielmi (Fass). L’obiettivo primario sarebbe consentire la convenzione fra Provincia e Aiut Alpin con risparmio di tempo nelle emergenze e di soldi

di Pietro Gottardi

TRENTO. La Provincia Autonoma di Trento in tempi relativamente brevi potrebbe aprire il servizio di elisoccorso anche ad organizzazioni di volontariato, consorzi di organizzazioni di pronto soccorso, associazioni ed altri enti di carattere privato costituiti per il perseguimento di finalità non lucrative. Il nulla osta ad un tipo di servizio che finora non è contemplato nella legge 9 del 2011 (Disciplina delle attività di protezione civile in provincia di Trento) e della legge provinciale sulla tutela della salute del 2010, avverrebbe ad integrazione del servizio di elisoccorso già reso dal Nucleo elicotteri dei vigili del fuoco di stanza a Mattarello.

Ad aprire a questa possibilità - come anticipato ai primi di luglio da questo giornale sulle pagine di Fiemme e Fassa - è il disegno di legge numero 107 del 22 giugno scorso, d'iniziativa del consigliere provinciale ladino Luca Guglielmi (Fassa).

La ratio della proposta di legge è ancorata proprio alla realtà del soccorso in val di Fassa ed ha tratto spunto da un evento luttuoso che colpì profondamente nel gennaio scorso la comunità fassana: «La morte del maestro di sci Federico Costantino dopo essere caduto mentre faceva sci alpinismo sulla strada forestale del Ciampac mi ha indotto a ragionare se fosse possibile migliorare ancora la macchina del soccorso nella nostra valle - rivela Guglielmi -. Questo disegno di legge è conseguente a quel triste accadimento e alle riflessioni che ne sono seguite».

Cosa comportino in concreto le modifiche proposte nelle due leggi richiamate, occorre spiegarlo. La ricaduta più immediata e di facile applicazione si avrebbe proprio in val di Fassa, aprendo però potenziali scenari nuovi (peraltro non del tutto inediti), sulle modalità di gestione logistica del servizio di elisoccorso su tutto il territorio provinciale trentino.

«In val di Fassa, come è noto, per vicinanza territoriale spesso in caso di emergenze intervengono elicottero ed equipaggio dell'Aiut Alpin Dolomites - spiega il consigliere Guglielmi -. L'allertamento dell'Aiut Alpin dalla centrale 112 di Trento, però, non è diretto. La chiamata di soccorso arriva alla centrale di Trento, la quale poi valuta anche in base alla disponibilità degli elicotteri del Nucleo, se chiedere supporto all'Aiut. Richiesta che a sua volta è mediata dalla centrale del 112 di Bolzano a cui in concreto spetta l'allertamento dei velivoli di soccorso di stanza alla base di Pontives di Ortisei, perché è l'Azienda sanitaria di Bolzano che ha la convenzione con l'Aiut Alpin».

Per Guglielmi il fine primario del disegno di legge è proprio quello di eliminare più passaggi possibili nella fase di allertamento, per migliorare la tempestività degli interventi. «Per arrivare a questo, tuttavia, è necessario consentire dal punto di vista legale alla Provincia di Trento di poter stipulare una convenzione direttamente con l'Aiut Alpin - continua il consigliere ladino -. Un accordo che se raggiunto consentirebbe anche un cospicuo risparmio di denaro pubblico, visto che attualmente la Provincia di Trento paga alla Provincia di Bolzano 140 euro a minuto di volo per gli interventi dell'Aiut Alpin che invece dalla Provincia di Bolzano attualmente percepisce 62,48 euro».

Il disegno di legge assegnato alla Quarta Commissione permanente del Consiglio provinciale e la cui trattazione indicativamente potrebbe avvenire all'inizio del prossimo anno, in linea più generale - come accennato sopra - se venisse approvato (e ci sono ottime probabilità che lo sia, essendo proposto da una forza di maggioranza) potrebbe avere ricadute più ampie, andando di fatto a rispolverare un progetto caro al Soccorso alpino degli anni 2000. Risale a quei tempi, infatti, l'idea di impostare l'elisoccorso in Trentino su tre basi, secondo il modello adottato nel vicino Alto Adige. A quella centrale di Mattarello si sarebbero dovute affiancare l'Aiut Alpin per il Trentino Orientale e una base a Malga Zeledria (che tra l'altro fu operativa d'estate per alcune stagioni), sopra Madonna di Campiglio, per il Trentino Occidentale.

Il tutto per garantire maggiore tempestività di intervento sulle valli più esterne della provincia, tra l'altro a forte carico turistico sia d'estate che d'inverno. Allora non se ne fece nulla e prevalse la decisione (perorata con forza da alcuni autorevoli tecnici del Nucleo elicotteri) di concentrare a Trento mezzi ed equipaggi. Con il disegno di legge Guglielmi, questa "geometria" logistica potrebbe riprendere quota, anche perché a quanto è dato sapere una società di servizi elicotteristici bresciana ha già una propria base per servizi tecnici a Passo Tonale, su territorio lombardo, e starebbe valutando - se la modifica legislativa andrà in porto - di per poterne creare una abilitata anche per velivoli omologati per il soccorso sanitario.

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