Welfare / Il caso

Allarme case di riposo, gli aiuti non bastano: più della metà ha i conti in rosso

Restano ancora liberi 400 posti letto. Chiogna (Upipa): “Stiamo preparando una proposta di ristori più equilibrati”. Sostegni speciali della Provincia prolungati

di Matteo Lunelli

TRENTO. La Provincia prolunga le modalità di finanziamento "speciali" per le Rsa fino al 31 dicembre di quest'anno. Ma questo non basterà a ripianare i conti delle strutture: il nodo sono i ristori, e quelli "vecchi" hanno comunque lasciato più della metà delle Apsp (23 su 45) con i conti in rosso.

Per il futuro prossimo, vista una situazione Covid in deciso miglioramento - scaramanticamente evitiamo la parola "normalità" -, il tema principale restano i fondi e la conseguente modalità di distribuzione per tornare ad avare i numeri in regola. Complessivamente ad oggi restano liberi 400 posti su 4.500 - un dato comunque in costante calo, e quindi miglioramento, negli ultimi mesi, dopo aver raggiunto picchi anche doppi - e le stesse strutture si stanno organizzando per presentare una proposta concreta di ristori.

«Siamo partiti con un tavolo di lavoro interno - spiega la presidente di Upipa Michela Chiogna - e abbiamo avvertito la Provincia: il tema è strutturare una proposta di ristori in vista della fine di agosto. C'è la copertura cosiddetta "vuoto per pieno", ma nonostante questo riconoscimento i conti rimangono in rosso per 23 strutture su 45. Chiederemo una maggiore proporzionalità nella copertura: la prima distribuzione dei ristori era stata fatta con una modalità squilibrata anche perché, ad esempio, la retta media è diversa da struttura a struttura».

Come accennato ieri la Provincia ha annunciato che le modalità di finanziamento fissate a inizio pandemia resteranno in vigore per tutto il 2021, fino al 31 dicembre: un primo passo, quasi scontato, ma che non potrà essere la soluzione per tutto.

L'assessora Stefania Segnana, in una nota della Provincia, spiega che «nell'aprile del 2020, tenuto conto che l'impatto della pandemia aveva sui bilanci delle Rsa, abbiamo previsto di riconoscere agli enti gestori il finanziamento, non più a presenza effettiva, ma in base alle presenze medie registrate nel mese di febbraio 2020, a decorrere dal 1° marzo 2020. L'occupazione dei posti letto convenzionati non è ancora tornata ai livelli ordinari e ci sono circa 400 posti liberi su un totale di 4.532 posti convenzionati, per questo abbiamo stabilito, stante anche la proroga a livello nazionale dell'emergenza, di tenere valide queste modalità di finanziamento fino a fine anno».

Tornando ai posti liberi, Chiogna sottolinea che «la situazione è diversa da struttura a struttura, da valle a valle: ad esempio le valli di Non e Sole sono sostanzialmente sempre piene, avendo pochi posti in base alla popolazione, mentre altre aree della provincia soffrono di più. Comunque un po' alla volta quel dato sta scendendo: ora siamo a circa il 10%, ma il dato era più alto qualche mese fa».

Dalle parole ai numeri, emersi grazie a un dettagliato studio nel quale dei 42 enti soci gestori di Rsa, in 39 hanno inviato i dati richiesti ad eccezione di Rsa Sacra Famiglia di Rovereto, Apsp Residenza Valle dei Laghi di Cavedine e Apsp Opera Romani di Nomi.La perdita stimata delle Apsp prima dei ristori, esclusi i non rispondenti, è stata di 8.6 milioni di euro, con 32 strutture in perdita e 7 in utile. Dopo i ristori (4,4 milioni effettivamente erogati, mentre il totale disponibile per il 2021 è di 4,8 milioni), di cui hanno beneficiato 31 enti, in 8 hanno pareggiato i costi, mentre ben 23 hanno un risultato di esercizio negativo nonostante ristoro. Otto Apsp, invece, hanno incassato i soldi con un risultato di esercizio in utile.

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