La giunta non rinnova il contratto del Pubblico, i sindacati sul piede di guerra, «basta alibi, il tempo è scaduto, il 26 ottobre tutti in piazza»
Cgil, e Cisl passano alla protesta: «Questi hanno un pregiudizio verso i lavoratori pubblici», e ricordano che si tratta degli stessi «eroi» della sanità, quelli della scuola o gli addetti che gestiranno i finanziamenti del Pnrr
TRENTO. Le segreterie generali di Fp Cgil con Luigi Diaspro, Flc Cgil con Cinzia Mazzacca, Cisl Fp con Giuseppe Pallanch, Cisl Scuola con Stefania Galli annunciano, per martedì 26 ottobre, la manifestazione di piazza per chiedere la giusta attenzione ai comparti pubblici trentini, per lo stanziamento di tutte le risorse necessarie nell’imminente manovra di bilancio.
Su pubblico impiego e servizi pubblici in generale, da oltre 18 mesi, continua la pressione per mettere in sicurezza salute, scuola, sostegno sociale alle fasce più deboli e, ora, i progetti del Pnrr. Una fase cruciale per la ripresa che va affrontata rafforzando e sostenendo la Pa in un processo di innovazione culturale, tecnologico e digitale.
Questa consapevolezza è chiara nell’Agenda di Governo, a partire dal Patto per il lavoro pubblico del 10 marzo sino ai tavoli per il rinnovo di tutti i contratti pubblici, dove si sta trattando della ripartizione delle risorse stanziate – pari a un aumento medio del 4,07% - ma anche della revisione degli ordinamenti professionali e di lavoro agile: un cambio di passo chiaro rispetto alle politiche degli ultimi vent’anni.
In Trentino non è così. La Giunta Fugatti ha un pregiudizio verso i dipendenti pubblici, immutato anche di fronte alla pandemia che ha reso evidente come sanità, assistenza, scuola, sicurezza, servizi provinciali, comunali e delle comunità di valle costituiscano un baluardo imprescindibile per garantire servizi pubblici universali.
Numerose le attestazioni, nazionali e internazionali, che certificano la qualità della P.A. trentina. Evidenze incassate con soddisfazione da Fugatti che però non cambia marcia: si ricordi ad esempio l’attacco all’orario di lavoro della scorsa estate.
Sul rinnovo dei contratti l’atteggiamento della Giunta è ingiustificato e senza più alibi: lo Stato ha coperto il minor gettito degli anni 2020 e 2021, imponenti le ultime manovre provinciali (600 milioni tra bilancio e assestamento nel solo 2021), segnali importanti di ripresa nel secondo trimestre 2021 (fatturato complessivo +36,5%), finanziamenti straordinari dal Pnrr.
Serve cambiare rotta, per evitare un periodo di conflittualità e assicurare le necessarie risorse, rivedere reclutamento e fabbisogni, accesso alle professioni, valorizzare il lavoro dei professionisti dei settori pubblici (infermieri, oss, funzionari, professionisti, personale della scuola). Nella scuola, come in tutta la Pa, esiste una questione salariale che riguarda tutto il personale, docente, ATA, AE della scuola a carattere statale, della scuola dell'infanzia e della formazione professionale. Le risorse per gli aumenti sono un tema dirimente per poter avviare un confronto per il rinnovo contrattuale, assieme alla formazione che va ricondotta interamente all’interno della contrattazione e per la quale le risorse sono previste nel Pnrr. È necessario poi che il contratto equipari diritti e tutele del personale a tempo determinato e indeterminato.