Riforma della previdenza regionale: più contributi per mamme, papà e lavoratori autonomi
Approvato oggi il disegno di legge, che tutela soprattutto chi ha dovuto astenersi dal lavoro, o non è a tempo indeterminato. Kompatscher: «Importante, migliorerà la vita a tante persone»
TRENTO. La Regione Trentino Alto Adige ha approvato oggi la riforma della previdenza regionale. Un atto tecnico, ma con molte ricadute, soprattutto sui lavoratori «a tempo», e sui genitori che accudiscono i figli e si astengono dal lavoro.
«È una legge importante perché va sicuramente a migliorare la vita di tante mamme che accudiscono i figli e i parenti non autosufficienti» ha commentato subito il vicepresidente della Regione, con delega alla previdenza sociale, Arno Kompatscher esprimendo la soddisfazione per l’approvazione in consiglio regionale della riforma previdenziale della legge regionale del 18 febbraio 2005.
«Con questa riforma semplifichiamo e andiamo ad aumentare la platea di coloro che potranno ricevere un aiuto previdenziale soprattutto dopo la pandemia da Covid19».
La riforma prevede un contributo previdenziale per accudire i propri figli fino al terzo anno di vita o entro tre anni dalla data di adozione. Potranno beneficiare dell’aiuto da parte della regione anche i lavoratori con un contratto a tempo parziale e i liberi professionisti dopo il congedo di maternità. In lista si potranno mettere anche i lavoratori autonomi e i privati per i periodi di aspettativa non retribuita che non avranno più l’obbligo di usufruire del congedo parentale per poter ottenere l’aiuto previdenziale. Entrando nel dettaglio e facendo un esempio pratico si vuole estendere i contributi, a sostegno della previdenza complementare, anche ai collaboratori domestici che, oltre ad avere una scarsa tutela in caso di malattia, svolgono poche ore a settimana e versano contributi molto bassi senza avere la possibilità di fare dei versamenti volontari.
Sul tavolo vengono messi 2,3 milioni di euro annui e l’idea della Regione è quella di informare i cittadini anche attraverso i patronati, affinché si possano aiutare più persone possibili.
«Vogliamo rendere consapevoli le persone che esistono queste prestazioni che danno una mano a coloro che sono maggiormente in difficoltà in questo periodo di emergenza da Covid-19» – continua Kompatscher – annunciando la volontà di «snellire l’istruttoria delle pratiche ed erogare in maniera più rapida i contributi». La legge, infatti, vuole rendere autonoma la verifica degli estratti conto e dei dati dell’Inps che non sono sempre tempestivamente aggiornati. Il rischio, infatti, è che la situazione contributiva dichiarata al momento della domanda non coincida poi con quella verificata.