Casse Rurali, via alla fusione di Alta Vallagarina con Trento, nasce la super-banca che andrà da Rovereto a Lavis
Partenza prevista per l’1 aprile 2022, in questi giorni il cda sta presentando il progetto ai soci: oltre 28 mila soci, 389 dipendenti, 49 sportelli sul territorio
ROVERETO. L'economia è ripartita, l'industria della Vallagarina tira, l'edilizia si è ripresa. E questo si vede anche nei bilanci bancari. I crediti a famiglie e imprese della Cassa Rurale Alta Vallagarina e Lizzana sono saliti a 235 milioni di euro, +2% rispetto a fine 2020.
Le moratorie sui mutui alle aziende in difficoltà sono molto diminuite e comunque la banca è capitalizzata per far fronte a situazioni difficili: 19% l'indice di solidità, il doppio del minimo richiesto dalle autorità di Vigilanza. L'utile semestrale è record: 2,6 milioni di euro. Ma il consiglio di amministrazione ha deciso di accantonarlo per prudenza: l'emergenza sanitaria non è finita e la Banca Centrale Europea preme perché le banche si rafforzino.
All'intero gruppo Cassa Centrale Banca la Bce ha chiesto un accantonamento straordinario di mezzo miliardo di euro. Anche per questo va avanti la fusione tra Alta Vallagarina e Cassa di Trento: nella temperie attuale servono banche cooperative ancora più robuste, banche che gestiscono 7 miliardi di euro di crediti e depositi.
Ieri sera al Teatro parrocchiale di Volano, come la scorsa settimana a Lizzana, il cda ha presentato il progetto di fusione ai soci. La nuova banca che andrà da Lavis a Rovereto nascerà il 1° aprile 2022, se le assemblee previste a febbraio daranno il via libera definitivo.
Avrà 4,9 miliardi di risparmio raccolto e quasi 2 miliardi di prestiti, cioè si avvicinerà a 7 miliardi di masse amministrate. Il patrimonio si attesterà a poco meno di 300 milioni, con l'indice di solidità al 22%. I soci totali supereranno i 28.800.
Gli sportelli saranno 49, confermando i 7 dell'Alta Vallagarina, i dipendenti 389.
A metà anno, precisa il direttore della Rurale Alta Vallagarina Michele Goller, la raccolta complessiva è in crescita del 5,4% su fine 2020 ed è arrivata a 593 milioni, con un boom del risparmio gestito: 196 milioni, +8,1%.
Gli impieghi sono aumentati del 2,1% a 235 milioni: «Tantissime le operazioni di ristrutturazione col superbonus 110%, ma anche di acquisto della casa, quindi mutui alle famiglie». L'indice di solidità della Cassa è al 19,13%.«La fusione non la facciamo per necessità ma per opportunità - spiega il presidente della Rurale Adriano Orsi - Il nostro bilancio è ottimo, anche se conta molto l'operatività sui titoli perché l'attività ordinaria ormai rende poco. I depositi sono in crescita perché liquidità in giro ce n'è. Ma aumentano anche gli impieghi, trainati dalla bella ripresa che vediamo a Rovereto e in Vallagarina».
Orsi sottolinea che «meccatronica e meccanica vanno bene. L'edilizia si è ripresa dopo anni di crisi e arrivano i cantieri del superbonus. Ora i problemi sono la scarsità di materie prime, i costi dell'energia che aumentano e anche una carenza di personale per certi lavori».
Delle oltre 200 moratorie decise durante la fase più acuta della crisi Covid, ne rimangono in essere poche. «In ogni caso abbiamo coperture importanti dei crediti deteriorati, non abbiamo timori. Il problema - afferma Orsi - è che secondo la Bce dobbiamo accantonare ancora di più per il rischio di possibili default». All'intero gruppo Ccb è arrivata la richiesta da Francoforte di mettere da parte ulteriori 500 milioni di euro. Il gruppo viaggia verso un utile aggregato di 250 milioni di euro ma certo un nuovo accantonamento di queste dimensioni è impegnativo.