Sanità trentina, Segnana (con Ruscitti e Ferro) presenta la «rivoluzione», ecco come saranno i Distretti
L’assessora affiancata dai due dirigenti mostra la riorganizzazione al Consiglio delle Autonomie, ma non c’è più traccia delle «case della salute» e 3 nuovi ospedali che si chiedono nel PNRR
IPOTESI L'altra idea: i soldi del PNRR per le case della salute
TRENTO. Le proposte per la definizione dei distretti sanitari previsti dalla riorganizzazione di Apss sono state illustrate dall’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana al Consiglio delle autonomie locali, come base per l’ascolto e la discussione con i rappresentanti di Comuni e Comunità. Si tratta degli ambiti territoriali, ha precisato Segnana, che rappresentano un elemento centrale del nuovo regolamento organizzativo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, per il quale la Giunta provinciale ha approvato gli indirizzi con la delibera dell’estate scorsa. In particolare, con la delibera si è previsto di istituire fino a tre distretti sanitari, caratterizzati da un forte coordinamento e che di fatto costituiscono l’articolazione di Apss sul territorio trentino.
La giunta provinciale, dunque, va avanti sulla sua idea di riforma approvata ad agosto con la ferma contrarietà delle categorie e dei sindacati. Poi, due settimane fa, Segnana ha illustrato che intende accedere ai fondi del PNRR per la costruzione di 11 «case dalla salute» e altri 3 ospedali di valle. Cosa che ha suscitato in molti (fra cui le opposizioni e la Consulta Provinciale per la Salute) la domanda: ma quale dei due modelli organizzativi vuole portare avanti la giunta Fugatti?
Un comunicato stampa ci informa che «In merito alle proposte, l’assessore ha precisato che rispetto alle due ipotesi formulate in base alle analisi fornite da Apss, “su una in particolare abbiamo posto l’attenzione, ritenendola la più consona anche dal punto di vista della territorialità”. “Ricordo inoltre - ha aggiunto - che attraverso lo sviluppo dei distretti sanitari non intendiamo focalizzarci esclusivamente sugli ospedali ma sull’offerta di sanità territoriale nei diversi ambiti del Trentino. L’obiettivo dei distretti è infatti garantire, attraverso un approccio di rete e la valorizzazione di tutti i professionisti della sanità, la prossimità delle cure ed un approccio integrato della presa in carico del paziente”».
L’assessore ha quindi illustrato l’ipotesi principale presa in considerazione, così delineata:
Distretto Nord (Val d’Adige – Valle dei Laghi – Paganella – Rotaliana Königsberg – Val di Non – Val di Sole);
Distretto Sud (Giudicarie – Alto Garda e Ledro – Vallagarina – Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri);
Distretto Est (Alta Valsugana e Bersntol – Valsugana e Tesino – Primiero – Comun General De Fasci a- Val di Fiemme – Val di Cembra).
«L’ipotesi – dice l’ufficio stampa della giunta – ha ricevuto riscontri positivi da diversi amministratori intervenuti nel dibattit»o.
Presenti all’incontro anche il dirigente generale del Dipartimento salute Giancarlo Ruscitti e il direttore generale facente funzioni di Apss Antonio Ferro.
«Lo schema di riorganizzazione dell’Azienda sanitaria - ha aggiunto Ferro - è praticamente pronto. Nella riforma che abbiamo presentato all’assessorato c’è una fortissima spinta territoriale».