Indennità dei consiglieri regionali, gli aumenti decisi sforano il tetto: ora diarie a rischio taglio
Il presidente del consiglio regionale Josef Noggler: «È un problema che riguarda i trentini non noi, perché, ad esempio, io non percepisco alcuna maggiorazione dell'indennità regionale avendo già quella di vicepresidente del consiglio provinciale e così i miei colleghi altoatesini»
TRENTO. Quando nel luglio scorso il consiglio regionale, con un blitz della Svp sostenuto dalla Lega e da gran parte delle forze politiche, ha deciso di sbloccare gli arretrati della rivalutazione Istat delle indennità e dei rimborsi spese netti dei consiglieri, che era ferma dal 2012, e definire gli aumenti in busta paga, non aveva considerato - evidentemente - il problema del tetto invalicabile posto alle indennità di carica e alle spese per l'esercizio del mandato, che venne sollecitato nel 2012 dal governo Monti con un decreto sui tagli ai costi della politica.
Tutte le Regioni dovettero adeguarsi con una legge regionale: anche il Trentino Alto Adige. Morale, dopo questo aggiustamento l'indennità consiliare base è lievitata di circa 450 euro lordi al mese, portando il totale dell'indennità lorda da 9.800 euro a 10.251,16 euro a cui si sommano i già previsti rimborsi spese forfettari per 732,23 euro netti mensili (erano 700) e sono a disposizione altri 784,53 euro (erano 750) per il rimborso di spese documentate (vi rientrano: biglietti per viaggi su mezzi pubblici e privati, compresi mezzi aerei e navali; indennità chilometrica, fissata nella misura del 33% del prezzo della benzina senza piombo; pedaggi relativi al percorso autostradale dichiarato; spese per parcheggi, servizio taxi; pasti, sia in Italia che all'estero, fino ad un costo massimo di euro 90 giornalieri; pernottamenti e prima colazione, fino ad un costo massimo di euro 220 giornalieri).
Il guaio che si sta presentando per i consiglieri sta nel fatto che la legge regionale del 2012 aveva fissato un tetto invalicabile di 11.100 euro lordi per l'indennità dei consiglieri regionali/provinciali comprendendo però in questa cifra anche tutte le altre «spese per l'esercizio del mandato», ovvero le due altre voci nette - quella forfettaria e quella a richiesta - che finiscono nella busta paga. Prima dell'aumento il conto tornava, ma ora no, perché sommando indennità lorda e "diaria" netta si arriva a quasi 11.800 euro superando dunque il tetto previsto.
È chiaro che la soluzione più semplice sarebbe quella di eliminare la seconda voce di rimborso spese visto che già c'è la diaria forfettaria. Ma chi può pensare di rinunciare a questi soldi dopo l'aumento sbloccato insieme agli arretrati? Oltre tutto, considerato che la nuova legge regionale è in vigore dall'estate scorsa ed è stata applicata.
Gli uffici del Consiglio, però, a un certo punto hanno fatto presente che qualcosa nei conti non tornava e dunque il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder ha deciso di incaricare l'Avvocatura dello Stato per capire come comportarsi e ha interessato il collega presidente del consiglio regionale, Josef Noggler, visto che la legge è regionale per discuterne e trovare magari una soluzione insieme soprattutto se fosse necessaria una modifica della legge. Una decisione su cosa fare non è stata ancora presa ma ieri il presidente Kaswalder ha fatto presente il problema in ufficio di presidenza e ha chiesto un incontro al collega Noggler.
L'aspetto di cui ora ci si è resi conto e che non va proprio giù ai consiglieri è che altre Regioni, più furbescamente, hanno rispettato il tetto degli 11.100 euro lordi per i consiglieri, ma hanno tenuto bassa la parte relativa all'indennità lorda, su cui si paga l'Irpef, e alzato la diaria netta. Ad esempio, nel vicino Veneto l'indennità è di soli 6.600 euro lordi ma poi si aggiunge una diaria netta forfettaria di 4.500 euro. È chiaro che in tasca ai consiglieri resta molto di più.
L'altro problema che si sta presentando riguarda le indennità di carica, quelle di presidente della Regione/Provincia, assessori e presidente del consiglio e componenti dell'ufficio di presidenza provinciale e regionale, anche per queste c'è un tetto all'emolumento omni comprensivo (13.800 euro per il presidente). In questo caso lo sforamento ci sarebbe per le cariche regionali dove la maggiorazione è superiore a quelle provinciali.
Ma il presidente del consiglio regionale Josef Noggler fa presente che: «È un problema che riguarda i consiglieri trentini non noi, perché, ad esempio, io non percepisco alcuna maggiorazione dell'indennità regionale avendo già quella di vicepresidente del consiglio provinciale e così i miei colleghi altoatesini».