Venerdì sciopero di bus e treni, previsti disagi per circa 10 mila viaggiatori in Trentino
Lo stop riguarda la protesta sindacale contro lo stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri, scaduto il 31 dicembre 2017. Previste fasce di garanzia tra le 5.30 e le 8.30 del mattino e tra le 16 e le 19
TRENTO. Quella di venerdì potrebbe essere una giornata complicata per almeno diecimila trentini, a causa dello sciopero nazionale del trasporto pubblico indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl: per protestare contro lo stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri, scaduto il 31 dicembre 2017, è stato annunciato uno stop di 24 ore, anche se con fasce di servizio garantito in mattinata e nel pomeriggio.
La stima del numero di utenti che potrebbe incappare nei maggiori disagi si basa sulle rilevazioni dell'utilizzo dei trasporti pubblici in provincia: circa 25mila in tutto, «ma da questa cifra va tolta quella rappresentata da studenti e lavoratori che potranno usufruire del servizio di trasporto garantito nelle fasce orarie mattutine e pomeridiane», spiega il dirigente del Dipartimento trasporti della Provincia Roberto Andreatta: «In tutto parliamo dunque di circa 10mila utenti che, nel resto della giornata, potrebbero dover fare i conti con la sospensione del servizio».
Le corse del servizio urbano ed extraurbano oltre che del trasporto scolastico e delle corse per i lavoratori, saranno garantite tra le 5.30 e le 8.30 del mattino e tra le 16 e le 19: come sempre saranno ultimate anche le corse iniziate nella fascia garantita e non ancora giunte a destinazione al termine della fascia stessa.
Ancora non è possibile sapere con certezza, ad ogni modo, quella che potrà essere l'effettiva portata della giornata di protesta sulla limitazione delle corse.
Ovviamente tutto dipenderà dall'adesione tra i circa 1.500 lavoratori coinvolti.
Trentino trasporti ha ricordato come l'ultimo sciopero di 24 ore che aveva visto l'adesione delle medesime sigle sindacali aveva visto la partecipazione del 36,4 % del personale della società.vizio di trasporto pubblico.
Oltre al servizio su gomma, urbano e extraurbano, dallo sciopero saranno toccati anche i treni locali e la funivia di Sardagna.
Nelle fasce orarie in cui il servizio sarà garantito, sarà attivo non solo il personale viaggiante, ma anche quello delle biglietterie. Gli addetti agli impianti fissi, all'officina e gli impiegati sciopereranno l'intero turno.
Lo sciopero è stato proclamato a livello nazionale dopo che la trattativa è stata avviata e sospesa prima dell'inizio della pandemia.
«A giugno del 2021, dopo tre scioperi, si è finalmente giunti alla firma di un accordo ponte che ha riconosciuto una "una tantum" per il triennio 2018-2020. Da lì sarebbe dovuto ripartire il confronto per ottenere finalmente risposte concrete sull'aspetto economico e salariale. A fronte, però, di un atteggiamento provocatorio e pregiudiziale delle associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav, emerso chiaramente nel corso della trattativa-hanno precisato confermato anche i segretari provinciali Franco Pinna per Filt Cgil, Massimo Mazzurana per Fit Cisl, Nicola Petrolli per Uiltrasporti e Paolo Saltori per Faisa Cisal - il tavolo negoziale non ha portato a nessuna soluzione condivisa e di fronte alla continua indisponibilità ad affrontare il nodo salariale e normativo, se non limitatamente alla questione ferie, i sindacati in accordo con i lavoratori hanno avviato la mobilitazione sfociata in uno sciopero di 4 ore il 14 gennaio ed ora in uno di 24 ore.
"E' giunto il momento di affrontare con serietà le questioni legate al rinnovo del contratto e il miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali di una categoria che da sempre responsabilmente, in qualsiasi condizione, svolge un servizio pubblico essenziale, garantendo il diritto alla mobilità dei cittadini.
Un impegno mai venuto meno nemmeno in questi due anni difficilissimi. Anche la difficoltà a reperire personale, sia viaggiante che di officina, è la dimostrazione che questo lavoro non è remunerato adeguatamente", concludono i quattro segretari.