Trentino sommerso dai rifiuti: entro l'anno si decide sull'inceneritore, intanto li "esportiamo" a Bolzano e Brescia
L’assessore provinciale Tonina illustra il quinto aggiornamento del Piano provinciale: dopo Imer e Monclassico, si farà l’ampliamento di Ischia Podetti verso nord. Ma servirà anche migliorare la differenziata in tutto il Trentino
TRENTO. Il Trentino non sa più dove mettere i rifiuti, ed in attesa della decisione sulla costruzione di un inceneritore a Trento (verrà presa entro l’anno, promette la giunta provinciale), vengono esportati verso impianti già esistenti (a Brescia e a Bolzano).
E’ quello che emerge dalla presentazione che l’assessore provinciale all’ambiente – Mario Tonina – ha illustrato al consiglio comunale di Trento, portando il quinto aggiornamento al Piano Rifiuti provinciale.
La presentazione – dice un comunicato stampa – rientra nel percorso partecipativo che coinvolge enti locali, comunità, associazioni e cittadini e porterà all'approvazione finale del Piano.
Nel corso della discussione il vicepresidente Tonina ha quindi chiarito che il Piano contiene una dettagliata analisi delle possibili soluzioni tecniche, ma il lavoro di completamento dovrà essere attuato nei prossimi mesi: in questo senso la scelta definitiva dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno, al termine di un'analoga fase partecipativa come quella in atto per il Quinto aggiornamento del piano rifiuti. In conclusione il sindaco Franco Ianeselli, nel ringraziare il vicepresidente provinciale per la condivisione, ha ricordato che la Giunta comunale sta predisponendo il parere sul piano che verrà quindi discusso dal Consiglio comunale.
Ai tecnici APPA il compito di illustrare la proposta di Piano, che ha alcuni obiettivi importanti, fra cui la riduzione del rifiuto pro-capite a 425 chilogrammi all’anno entro il 2025, rispetto ai circa 448 attuali, e una raccolta differenziata al 78% entro il 2024 (altrimenti subentrerà la tariffazione puntuale) e all’80% entro il 2028 (era del 14% nel 2000); attualmente il dato medio è del 78%, ma con differenze sostanziali fra i vari bacini fino a 20 punti percentuali. In questo scenario Trento è realtà virtuosa con una raccolta differenziata che si attesta all’82%.
Oltre alla riduzione del rifiuto e all'aumento della differenziata, il Piano prevede di migliorare la qualità della raccolta. Vi sono infatti scarti non corretti nella differenziata, in particolare inerti, organico, ramaglie, pannolini, manufatti di plastica e ultimamente anche le mascherine. La presenza di rifiuto organico nel secco comporta non solo un aumento di costi legato alla necessità di selezionare le frazioni prima di avviarle a recupero, ma anche la produzione di percolato e cattivi odori.
Il Piano si propone poi di uniformare il sistema di raccolta e la differenziata fra i diversi bacini, nonché di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti urbani, favorire altre forme di recupero e ridurre l’organico presente nel rifiuto smaltito in discarica. Gli strumenti utilizzabili sono molteplici: vanno dall’incentivare i centri di riuso e le piattaforme per la preparazione al riutilizzo, all’uso della leva fiscale, dal potenziamento dell’informazione alla promozione di nuove abitudini di consumo a ridotto carico di rifiuti.
Il Piano contiene alcune possibili soluzioni, valutate sulla base degli obiettivi prioritari della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini e della efficacia ed economicità delle misure, che devono essere idonee a garantire la piena autonomia del territorio nella gestione dei rifiuti urbani non recuperabili attraverso le raccolte differenziate.
Il direttore del Centro Sustainable Energy di Fbk Luigi Crema ha presentato in particolare due soluzioni tecniche, l’impianto a combustione e l’impianto di gassificazione, o a conversione chimica che, all’uscita del processo, produce syngas, da cui può essere ricavato biocombustibile (il cui vantaggio è anche una produzione relativamente bassa di rifiuto).
Il Quinto aggiornamento, sulla base della collaborazione fra Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, Università di Trento e FBK, definisce anche i possibili scenari a breve e medio termine nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati residui. Nel corso del 2022, secondo i protocolli di intesa con gli enti locali interessati del Primiero e della Valle di Sole, verranno portate a definitiva chiusura le discariche di Imer e Monclassico, si completerà l'iter autorizzatorio per la realizzazione del catino nord della discarica di Ischia Podetti e si individueranno al di fuori del territorio provinciale, idonei siti di trattamento dei rifiuti urbani residui, come quelli di Bolzano e Dalmine.
Una decisione non indolore: a Bolzano i Verdi da decenni hanno imposto che nell’inceneritore non vengano conferiti rifiuti da fuori provincia, e politicamente è uno scoglio duro da superare. In quanto al conferimento a Brescia – oltre all’aumento del traffico di Tir – c’è da considerare il costo.
«Abbiamo la responsabilità di adottare la strategia migliore per il futuro, è arrivato il momento di lavorare tutti assieme per raggiungere gli obiettivi migliori, che privilegino l’ambiente, la sostenibilità, un’economia non più lineare ma circolare, che sappiano coinvolgere ed educare le giovani generazioni. È questa la prospettiva del Quinto aggiornamento del piano rifiuti, adottato in via preliminare e ora in fase di consultazione, proprio per raccogliere i contributi del territorio. In questo senso voglio ringraziare l’amministrazione comunale con cui abbiamo avviato da oltre un anno una collaborazione importante dalla quale è scaturito il protocollo di intesa per il conferimento del rifiuto solido urbano presso la discarica di Ischia Podetti» ha detto il vicepresidente; accanto a lui vi erano il dirigente generale dell'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente Enrico Menapace, il sostituto dirigente Settore autorizzazioni e controlli di Appa Gabriele Rampanelli, il sostituto direttore dell’Unità organizzativa rifiuti e bonifica dei siti inquinati Chiara Lo Cicero, il dirigente generale del Dipartimento territorio e trasporti, ambiente, energia, cooperazione Roberto Andreatta, nonché il direttore del Centro Sustainable Energy di FBK Luigi Crema.