L’ex procuratore antimafia spaventa il Trentino: “Non siete più un’oasi, ve ne siete resi conto anche voi”
Lo ha detto Federico Cafiero De Raho intervenendo all'incontro "Giovanni Falcone. Intorno a quel cratere". Chiaro il riferimento alla recente inchiesta "Perfido" sulle infiltrazioni mafiose nel settore del porfido in val di Cembra, una vicenda che pochi giorni fa ha portato alla prima condanna per mafia in Trentino
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ROMA. "Se parliamo di mafia, il Trentino è sempre stato considerato un'oasi: vi siete resi conto voi stessi che non è più così". Lo ha detto l'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho intervenendo all'incontro "Giovanni Falcone. Intorno a quel cratere", organizzato dalla Fondazione Haydn a margine dell'opera "Falcone, il tempo sospeso del volo", in programma al Teatro Sociale sabato 12 e domenica 13 marzo.
Chiaro il riferimento alla recente inchiesta "Perfido" sulle infiltrazioni mafiose nel settore del porfido in val di Cembra, una vicenda che pochi giorni fa ha portato alla prima condanna per mafia in Trentino. "Bisogno stare attenti - ha aggiunto il magistrato parlando del Trentino - soprattutto nei momenti di difficoltà, quando c'è esigenza di denaro. È lì che le mafie intervengono: mangiano dove si muore, dove si soffre".
Federico Cafiero De Raho ha ricordato l'importanza di Giovanni Falcone (ucciso 30 anni fa) nel descrivere il fenomeno mafioso. Un approccio che per la prima volta ha preso in considerazione l'aspetto economico, il movimento di denaro, anche a livello transnazionale. Falcone - ha detto l'ex procuratore antimafia - era stato scelto da Rocco Chinnici proprio per la sua preparazione nel diritto societario, fallimentare e bancario. Fondamentale, ha poi aggiunto Federico Cafiero De Raho, la creazione delle Dda territoriali: è stato così introdotto il concetto di condivisione delle informazioni, fondamentale per combattere il fenomeno mafioso, come aveva ben intuito Falcone.